Theodore Wibaux – Zouavo pontificio e gesuita

 

Sempre navigando in internet, mi è capitato diverse volte di imbattermi in fotografie e stampe d’epoca che raffigurano la S. Messa celebratada Pio IX ai Campi d’Annibale il 10 agosto 1868, due anni prima della presa di Roma da parte dei Piemontesi e, dunque, della fine del potere temporale dei papi. Incuriosito - anche perché il 10 agosto è il mio compleanno - sono andato a cercare qualche testimonianza diretta e sono stato fortunato. Ne ho trovate diverse scritte dagli “zuavi”, ovvero quei giovani cattolici che alla metà del XIX secolo accorsero da tutto il mondo per “difendere la Cristianità” con le armi. Alle nostre coscienze moderne questo può suonare assurdo, ma leggendo le memorie dei vecchi soldati francesi o canadesi ci si rende conto di quanto fosse radicata nelle loro coscienze l’idea del pontefice quale “monarca” di legittimazione divina. La prima testimonianza che ho voluto tradurre - anche in questo caso confido nella misericordia dell’autore – è quella di Théodore Wibaux. Egli nacque in Francia, a Roubaix , nel 1849 e partì per arruolarsi negli zuavi pontifici nel 1866, a soli diciassette anni. Il nostro Théo ebbe modo di combattere a Mentana contro i Garibaldini, visse la breccia di Porta Pia dalla parte degli assediati e assistette sgomento alla fine del potere temporale della Chiesa. Tornato in patria, entrò nell’ordine dei Gesuiti e conobbe l’esilio quando la Compagnia venne espulsa dalla Francia. Trovò rifugio a Jersey, nella Manica, dove purtroppo si ammalò e morì ancora giovane, nel 1882. Fu un suo confratello, il padre Du Coetlosquet, a raccogliere le sue numerosissime lettere alla famiglia e a ordinarle organicamente in un libro, sorta di diario postumo, che rintracciai anni orsono  in una libreria antiquaria belga e dal quale ho estratto alcune pagine di particolare interesse per noi Roccheggiani.

 

 

Carlo Guarinoni, maggio 2014