Il punto sulla lotta al cinipide

 

 

Molte persone, vedendo che i nostri castagni sono ancora pieni di galle (le escrescenze causate dal Cinipide su foglie e boccioli), ci chiedono se la lotta biologica a questo parassita di origine asiatica (e il cui nome scientifico è “Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu”) stia funzionando o no.  

Ricordiamo che per rimediare stabilmente ai danni del cinipide (gli alberi vengono indeboliti, emettono poca vegetazione, non fioriscono e quindi non producono castagne) i tecnici coordinati dall’Alveare su incarico del Ministero e della Regione Lazio hanno eseguito rilasci (“lanci”) nei castagneti dell’insetto antagonista naturale: l’imenottero parassitoide “Torymus sinensis”.  I rilasci effettuati nella nostra zona a partire soltanto dal 2013 hanno la finalità di incrementare la popolazione dei “Torimidi” affinché si moltiplichino e si diffondano, favorendo un efficace contenimento della popolazione del parassita del castagno e la riduzione dei danni da esso provocati.

La presenza ancora abbondante di galle del cinipide è dovuta a diversi fattori concomitanti. In primo luogo il fattore tempo: ad esempio in Piemonte, dove il rilascio del Torymus è iniziato dieci anni fa, l’equilibrio naturale è già stato ristabilito e la produzione castanicola è tornata normale: infatti occorrono da 7 a 9 anni dal primo lancio di Torymus, per giungere al giusto equilibrio di presenze tra il parassita nocivo e il suo antagonista iperparassita a noi utile.  Poi il fattore climatico, con le stagioni invernale e primaverile particolarmente calde e asciutte che hanno “sfasato” i periodi di riproduzione dei due insetti, limitando l’azione del Torymus; e hanno fatto mancare l’acqua necessaria alle piante per vegetare bene. Infine il fattore quantitativo: da noi la minore attenzione delle Autorità locali ai problemi del Castagno e una legislazione regionale particolarmente infelice (che fra l’altro impedisce l’introduzione degli insetti non autoctoni all’interno delle zone protette), hanno causato l’introduzione nell’ambiente di un quantitativo di insetti antagonisti minore rispetto a quello che avremmo auspicato.

Fatte queste necessarie premesse, però, vorremmo rassicurare tutti coloro che ce lo stanno chiedendo: la sconfitta del cinipide è soltanto questione di tempo.  La natura non conosce confini amministrativi e anche le femmine di Torymus (quelle che mangiano le larve del cinipide) arriveranno dappertutto e porteranno a termine il loro compito.

L’importante, per non ostacolare il “lavoro” di queste preziose vespette, è gestire correttamente le problematiche fitosanitarie dei castagneti attenendosi ai consigli degli esperti.

Le buone pratiche colturali per favorire la diffusione del “Torymus sinensis” sono le seguenti:

•non effettuare trattamenti chimici nei castagneti;

• durante l’inverno effettuare i lavori di potatura (che aumentano la vigoria degli alberi), ma rimuovendo poi solo il legname grosso e lasciando invece sul posto tutto ciò che ha galle (secche, ma dentro c’è il Torymus che si sta riposando e uscirà dopo);

• non bruciare o distruggere assolutamente, per almeno due/tre anni, il materiale vegetale dove sono stati effettuati i lanci dell’insetto utile Torymus sinensis, in quanto tale pratica può compromettere l’insediamento di questo antagonista ma anche di altri insetti utili, oltre ad asportare una fonte di sostanza organica necessaria per lo sviluppo e la vitalità sia della pianta;

• non distruggere il fogliame a terra e i residui di potatura prima della fine di maggio (del secondo anno dalla loro caduta) in quanto si asporterebbero anche le uova e larve dell’insetto utile utilizzato nella lotta biologica; infatti il sinensis, e altri parassitoidi autoctoni, svernano nelle galle dove hanno ucciso le larve del cinipide e ne escono da adulte sfarfallando durante la primavera successiva. In generale, infatti, l’obiettivo è quello di preservare tutte le galle, tenendo conto, come abbiamo già detto, che una parte dei Torymus sfarfallerà dalle galle secche in primavera ma talvolta ci resterà un anno “dormiente” e uscirà dopo due anni.

Carlo Guarinoni