La Sagra delle Castagne a Rocca di Papa

(Nella notte, si prepara l'infiorata)

 

 

Sagra delle Castagne

 

 

Località Rocca di Papa (Roma)

 

Data  III sabato e domenica di ottobre

 

La sagra

Dal 1980. Nelle strade del centro abitato si allestiscono bracieri e stand, con distribuzione di caldarroste e vino; bancarelle propongono dolci, porchetta e cibi dei Castelli Romani. Spesso si svolgono eventi culturali e artistici di varia natura.

 

Cenni storici e geografici

Sul Mons Albanus (poi M. Cavo), l’antica città latina Cabum si estendeva nella conca dell’attuale Campi di Annibale e aveva la sua Arx (acropoli) nel punto dell’attuale Fortezza di Rocca di Papa. Il nome Arx dopo il IV sec. d.C. divenne Rocca de Monte Gavo, poi Castrum de Montis Albani, e Rocca di Papa quando Papa Eugenio III vi soggiornò e la fortificò(1145-1152). Agli originari pastori e boscaioli si unirono i soldati di Ludovico il Bavaro (1328). I Colonna l’acquistarono nel 1426 e, di guerra in guerra, la perdettero e poi ripresero sino al 1816. Le eccessive gabelle imposte dallo Stato Pontificio portarono a una rivolta e alla costituzione della Repubblica di Rocca di Papa (il 1maggio 1855), che ebbe grande eco ma brevissima durata. Nella prima metà del ‘900, date la posizione panoramica e la vicinanza a Roma, divenne città di villeggiatura d’elite e molte famiglie benestanti costruirono anche belle ville, poi abbandonate. Geograficamente Rocca è al centro del gruppo montuoso del Vulcano Laziale, le cui caldere e crateri ancora ben distinguibili, divennero laghi di varia ampiezza (rimangono Albano, Nemi) o pantani poi prosciugati e coltivati (Vivaro, Campi d’Annibale ecc.). Le famose “Selvae” romane (di querce, faggi, conifere, alloro e mirto) divennero per lo più castagneti dal 1600. L’area, detta poi dei Colli Albani, ha quote massime nei monti Cavo (m 949) e Maschio delle Faete (m 956).  Fino all’800, il piccolo paese era quasi limitato alla pittoresca parte vecchia che scende dalla Rocca e guarda a NO verso Roma. Un’intensa urbanizzazione abusiva a partire dal 1950, ha riguardato le parti pianeggianti, sia sottostanti (verso Grottaferrata) sia nei Campi di Annibale (un tempo costituiti solo da “orti” affidati in uso civico). La flora arboricola e boschiva è ricchissima. La fauna comprende cinghiali, falchi pellegrini, qualche lupo. Il paese occupa 40,2 kmq; ha 12.500 abitanti. Il Comune è a 730 m s.l.m. Gran parte dell’economia dipende dall’offerta di servizi turistici (affitti stagionali, alberghi, ristoranti) e dall’industria forestale (gestione dei cedui castanili; lavorazione del legname da parte di numerose piccole e medie imprese ).  Rocca di Papa fa parte della XI Comunità Montana del Lazio, dei Castelli Romani e Prenestini. E’ socia dell’Associazione Nazionale Città del Castagno.

 

Cosa c’è da vedere

-     Duomo dell’Assunta: iniziato nel 1664, crollò nel 1814 e nel 1966. Ha un quadro dell’Assunta di Corrado Giaquinto  (XVII sec) e un piccolo museo in sagrestia.

-     Santuario Madonna del Tufo con belvedere antistante: cosiddetta perché nel 1490 un macigno di 15 t di tufo (visibile sull’altare) cadde dal sovrastante Monte Cavo e stava per travolgere un cavaliere, che pregò la Madonna e fu salvato: egli fece dipingere nella pietra la Madonna col Bimbo, vi costruì attorno una Cappella che divenne meta di pellegrini e fu sostituita a fine ‘500 con una Chiesa, ampliata più volte, ove si celebrano ora molti matrimoni.

-     Borgo vecchio: è una fitta rete di scalette, vicoli (alcuni decorati con affreschi-quadro), piazzette con archi, lavatoi e fontane; vi è la Chiesa del Crocefisso (fine XVI sec, con opere dello scultore e benefattore tedesco G. Achtermann).

-     Sotto la Fortezza è il Museo Geofisico e delle Comunicazioni (ex Reale Osservatorio Geodinamico del 1889). Fortezza: in posizione dominante, per secoli imprendibile, oggi è quasi distrutta ma offre splendido panorama su Roma, lago Albano, Prenestini, sino a Tolfa e Soratte; nel Medioevo, con quattro torri circolari unite da bastioni, era la principale fortezza della Campagna Romana; fu distrutta nella guerre tra Velletrani e Colonnesi nel 1577. Palazzola: in splendida posizione panoramica, sovrasta da O il Lago Albano; gli antichi Albani vi costruirono case; i Romani, poi, alloggi e cambio cavalli per chi saliva al tempio di Giove sul Mons Albanus (ora M. Cavo); vi è il bel sepolcro rupestre (II sec d.C.) di un console che lì morì per un rovinoso temporale; su un tempietto pagano dedicato a Sole e Luna fu costruita una Chiesa (ora S. Maria ad Nives) con convento, che ebbero proprietari diversi.

-     Via Sacra: del VII sec a.C., intatta in più parti, partiva dal XII miglio della via Appia (ora Ariccia), costeggiava il lago e saliva con splendidi panorami al tempio di Juppiter Latiaris: lì, sulla vetta del Mons Albanus, Latini, Equi e Volsci rinsaldavano la loro alleanza rendendo auspici a Giove; da un belvedere in Pentima Calvello si vedono i due laghi di Nemi e Albano e il mare.

-     Pratoni del Vivaro: è località frequentata da gitanti festivi, che godono dei bei verdi prati e colline gestite come giardini con querce farnie maestose, dal locale Centro Equestre Federale del CONI, che dal 1969 organizza corsi di formazione e gare di equitazione. Il Vivaro ospita anche un piccolo campo di volo deltaplani. Escursioni: varie, di diversa durata, sono possibili nel bacino dei Campi di Annibale, sino al Vivaro, ai Monti della caldera vulcanica maggiore, a Rocca Priora, ecc..

 

Principali manifestazioni

- Febbraio: Carnevale Roccheggiano.

- Marzo: Concerto di Primavera.

- Giugno: Corpus Domini.

- Luglio-Agosto: Estate Roccheggiana con manifestazioni culturali, sportive, ecc.

- 15 agosto: Festa dell’Assunta.

- Prima domenica dopo Ferragosto: Festa della Madonna del Tufo.

- Primi sabato e domenica di settembre: Sagra del Fagiolo Regina, al Vivaro.

- Terzi sabato e domenica di settembre: Festa della Madonna della Pietà.

- 4 novembre: Festa di S. Carlo Borromeo, Patrono della città.

- Dicembre: manifestazioni natalizie, Capodanno in piazza.

 

La coltura nel territorio

Il castagno era già presente in epoca romana (Ovidio nel I sec. a.C. apprezzava le castagne vendute sulla Via Sacra), ma nei Colli Albani la coltivazione fu estesa e intensificata nel sec. XVII e ora costituisce l’80% dei boschi. Il comune di Rocca è proprietario di ca. 1500 ha. Molto estesi sono i cedui matricinati, gestiti a turni di 18/20 anni, allungati recentemente sino a 30 per ottenere le più pregiate assi da lavoro. Gli alberi a frutto erano numerosi e preziosi per l’economia locale sino a metà del 1900: furono citati “superbi castagni”, secolari e maestosi, sia da Stendhal, che da M. D’Azeglio (1821). Nel 1980 l’ex Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Ciampino progettò col Comune di istituire la Collezione Nazionale delle Cultivar di Castagno da Frutto e sino al 1986 innestò oltre 50 varietà pregiate, nazionali ed estere, ma il Comune potè rispettare la convenzione per un solo anno e l’iniziativa cadde; dai 7 ha allora innestati, e da altri innestati con Marrone fiorentino, deriva la quota di raccolto di pregio di castagne e marroni di Rocca di Papa, molto apprezzati dai Roccheggiani. Alla sagra si destinano una quota di tale raccolto, i frutti raccolti negli estesi boschi comunali e provenienze esterne. Nel totale, la superficie a castagneto da frutto di Rocca supera di poco i 10 ha, con raccolto di circa 200 q.

 

Le varietà

E’ molto diffusa una varietà domestica tipica, detta tradizionalmente “castagna buona” (la ‘Rocchicianella’): è piccola (pezzatura 100/120), di forma un po’ schiacciata, appuntita all’apice; le strie, poco rilevate, si confondono col color marrone scuro della buccia, che è liscia, con ilo (occhio) color bianco nocciola, tendenzialmente stretto, appiattito e allungato, torcia (codino) lunga e spessa, molto argentata, polpa dolce; quasi nessun frutto gemellato. Nei locali “orti”, furono innestati ‘Marroni’ a frutto grosso (pezzatura 75/90), forma trasversale ellissoidale, buccia marrone ramato, con strie evidenti e rilevate, ilo ampio, di polpa buona ma meno dolce della Rocchicianella, 4% di settato. Dagli impollinatori selvatici si raccolgono frutti eterogenei per grossezza, colore, sapore, detti “castagne porcine” perché generalmente pelano molto male, hanno polpa dura e insipida, astringente per i residui di episperma che le restano aderenti; rispetto alla Rocchicianella hanno pelosità più estesa, buccia più chiara, forma più gonfia. Il Marrone si sta diffondendo.

 

Utilizzazione della frutta

A Rocca di Papa non esiste attività imprenditoriale di lavorazione e commercio delle castagne. Tutto il raccolto locale è consumato nelle mense famigliari e nei ristoranti, piccola parte è venduta al dettaglio e acquistata dai residenti conoscitori del prodotto. I negozi, così come le bancarelle del settimanale mercato del venerdì, vendono castagne e marroni provenienti dal viterbese e dalla Campania (molto meno, da Cave, Segni e Carpineto), perché già selezionati per sanità e pezzatura e perché la loro qualità è commercializzata a prezzo relativo inferiore.

Tradizionalmente le castagne da conservare erano cernite, messe in sacchi di tela e calate in buchi interrati, ricoperti con ricci, felci e terra pressata, secondo la antichissima tecnica della “ricciaia” che ben le conserva sino a Natale e oltre. Alcuni le immergevano nell’acqua per alcuni giorni, poi le facevano asciugare all’ombra e le conservavano sotto sabbia o sotto lapillo, nella “grotta” scavata nel tufo. L’essiccazione era applicata alle sole “castagne buone”: erano asciugate all’ombra e al fresco (diventavano più dolci), poi infornate nei forni del pane, poi conservate non pelate in sacchi all’asciutto; chi andava ai campi al lavoro le teneva in tasca, e le mangiava dopo averle pelate facilmente con le dita. Alcuni però le pelavano prima di infornarle, e ricavavano le “castagnole” bianche. Attualmente, le castagne sono consumate soprattutto come caldarroste, o bollite; la farina è usata per il solo castagnaccio non esistono altri utilizzi correnti. Un accordo col Consorzio Panificatori di Genzano darà pane con farina di Rocchicianelle.

 

Altra gastronomia

I piatti tipici della cucina di Rocca, non a base di castagne, sono ora ristretti all’ambito famigliare e aspettano di essere rivalutati, ma sono molto poveri e poco remunerativi al ristoratore: c’è la Frittata di ramolacci, quella con i broccoletti, la Pizza “a ratìcula” (focaccia di farina di mais imbottita con frittata di patate), i Frascarielli (farina di grano, acqua, sale e olio, mescolati con frasca, a caldo in paiolo) e molti piatti a base di carne di maiale e di agnello, oltre al pane di grano e segale. Di tipico si trova a Pasqua la Pizza cresciuta (senza formaggio), a Natale il Pangiallo (farina, miele, frutti secchi vari, zibibbo), e sempre i biscotti Brutti e buoni e le Ciambelle (al vino e non).

 

Per saperne di più

-     (Don) De Angelis L.: Rocca di Papa, notizie storico-religiose e artistiche. Tip. Legat. S. Lucia, Marino, 1968.

-     Santangeli M.P.: Rocca di Papa al tempo della crespigna e dei sugamèle. Lerel, Tipolit. Santa Lucia, Marino, 1994.

-     Tenerelli A.: Rocca di Papa nostra. La Spiga, Tip. R. Palozzi, Marino,1996.

-     Santangeli M.P.: Boscaioli e carbonai nei Castelli Romani. Edilazio, Roma 2005.

-     Associazione Nazionale Città del Castagno: Guida alle Città del Castagno, Cento città da cogliere in castagna: storia, gastronomia, eventi. 2° edizione. Editrice La Mandragora. Imola (BO) 2007.

 

Organizzazione e informazioni 

-     Parco Regionale dei Castelli Romani: in Via C. Battisti 5, tel. 069495253; distribuisce materiale conoscitivo e didattico vario e mappe dei sentieri.

-     Municipio: Corso Costituente 26,  00040 Rocca di Papa (RM);Ufficio Turismo e Spettacolo: 06 94286141-42; www.comune.roccadipapa.rm.it .

-     Comunità Montana XI del Lazio, dei Castelli Romani e Prenestini: Via della Pineta 117,  00040 Rocca Priora, tel. 06 9470820, www.cmcastelli.it .

 

Come arrivare

- Da Roma: dalla V. Appia:, poco oltre l’Aeroporto di Ciampino parte la Via dei Laghi (SS 217, va a Velletri), che al km 11 ha diramazione per Rocca di Papa.

- Oppure: dalla V. Tuscolana, altezza del G.R.A., parte la via Anagnina che va a Grottaferrata (Squarciarelli) e poi a Rocca di Papa (SS 218).

- Dalla A2, uscita Monte Porzio, poi per Frascati e per Rocca di Papa.

 

Autore della scheda Giorgio Grassi

 

(La scheda è stata compilata nel 2014, qualche indicazione, quindi, potrebbe essere non più attuale)

 

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