Sede del Parco... nel Parco

 

Una nuova sede del Parco regionale dei Castelli Romani, al momento, è soltanto un’idea. L’attuale collocazione a Villa Barattolo è sicuramente qualcosa di cui Rocca di Papa può essere fiera, ma l’edificio di viale Silvio Spaventa, costruito come residenza privata nei primi decenni del ‘900, non è certo ideale per ospitare dignitosamente il personale e gli utenti del Parco. Una residenza pressoché secolare, nata per la villeggiatura estiva, non è infatti un modello di efficienza: né per la ripartizione degli spazi né per il consumo energetico. Insomma, che un parco naturale abbia sede in un contesto urbano e in un edificio senza alcuna caratteristica ambientale ci sembra piuttosto contraddittorio. Sono queste considerazioni che ci spingono a ipotizzare qualcosa di completamente diverso. Perché non pensare a una sede del tutto nuova, realizzata nel cuore del Parco con tecniche d’avanguardia per minimizzare l’impatto ambientale e per garantirne l’autosufficienza energetica? La sede di un parco naturale, a nostro avviso, dovrebbe essere la migliore vetrina dei princìpi a cui si ispira e che intende promuovere. Una sede così non avrebbe più nulla a che fare con l’idea di carrozzone burocratico, polveroso e stantio, che parte dell’opinione pubblica assegna ormai a qualsiasi istituzione pubblica, indistintamente.

Immaginiamo per un attimo che nel cuore del bosco - alla Capanna Bruciata, per dire – il visitatore si trovi improvvisamente davanti un edificio quasi indistinguibile dalla natura che lo circonda, accogliente e dotato di tutti i servizi più moderni. E immaginiamo che un posto del genere, facile da raggiungere, consenta di parcheggiare nel sottosuolo, di sbrigare rapidamente le eventuali incombenze amministrative e di trovare al suo interno un bar ristorante, una sala per i convegni, spazi di lettura e postazioni multimediali. Immaginiamo che da una sede del genere si dipartano sentieri per escursioni a piedi o a cavallo, che sia possibile prenotare on-line visite guidate o affittare mountain bikes. Immaginiamo che una sede del genere ospiti corsi universitari e disponga di campi per colture sperimentali, di un parco faunistico…

Immaginiamo che per progettare una sede del genere venga indetto un concorso di idee internazionale, con i più qualificati studi europei in gara per intervenire su un territorio unico al mondo per storia e posizione geografica...

Una cosa del genere sembra un sogno. E per il momento lo è. Ma dovendo sognare, perché limitarsi? Noi dell’Alveare siamo convinti che con l’impegno e la determinazione si possano spostare le montagne. Il nostro territorio ha tutto quello che serve per diventare un punto di riferimento ambientale di livello internazionale. Possiamo contare su migliaia di ettari di verde pubblico protetto a meno di un ora da una metropoli come Roma, con una varietà spettacolare di climi, di flora e di fauna. Ragionare in termini riduttivi, date queste premesse, sarebbe miope. Occorre piuttosto porsi obiettivi ambiziosi e lavorare tenacemente per raggiungerli.

L’esperienza di questi anni ci ha insegnato che basta davvero poco per ottenere risultati importanti: servono obiettivi condivisibili, impegno e credibilità. Pur essendo – guardiamoci in faccia – soltanto “quattro gatti”, non più giovanissimi e ciascuno con la propria vita, il proprio lavoro e i propri problemi, tutto quello che ci eravamo prefissi lo stiamo pian piano realizzando. Giorno dopo giorno, ci siamo resi conto di essere conosciuti anche fuori dal nostro contesto locale e, quel che più conta, di esserci guadagnati un certo credito. Questo ci consente di rivolgerci a istituzioni di ogni livello con la ragionevole speranza (finora, perlomeno è sempre accaduto) di trovare interlocutori disposti a prestarci non soltanto attenzione ma, ogni volta che lo abbiamo chiesto, anche assistenza e collaborazione.  

Vogliamo scommettere che un progetto così concepito non avrebbe difficoltà a essere finanziato?