"Potatura di Risanamento del Castagno - Parte terza"

Asportazione di ceppo virulento attivo

 

Terza parte dell'Articolo:  "Potatura di Risanamento del Castagno"

di S. Rambaldi, A. Scalise, G. Grassi

 

(Presentazione dell'articolo)

 

3)   Potatura di risanamento:  per contenere il Cancro della corteccia

 Torniamo a parlare di Cancro della corteccia del Castagno (Cryphonectria parasitica (Murrill) Barr,  ex Endothia parasitica Murrill) perché  da circa 7 anni è in atto un ritorno di virulenza,  che colpisce castagneti in Campania e in Calabria, specie quelli “marginali”.

Tra le cause va inserito il cambiamento climatico in corso (estati anomale), ma certo anche la diminuzione di vigoria che le piante subiscono per mancanza di potature (troppo costose) e di fertilizzazione (ora quasi limitata ai castagneti di collina). Certo è che i ceppi sono diversi da quelli catalogati nel passato, mentre non mancano già i corrispondenti ceppi ipovirulenti con i quali, se servisse, potremo controllare i virulenti mediante inoculi.

La tecnica di potatura che ora  descriviamo  è praticamente  un richiamo di quella che diede ottimi risultati già negli anni ’70 e ’80.  In quei tempi una ricerca aveva mostrato che, su piante di castagno  giovani,  un ceppo di cancro ipovirulento ubicato circa 30-50 cm al di sopra di un ceppo virulento,  faceva perdere a quest’ultimo la virulenza. Era noto che nelle latifoglie c’è un flusso di linfa (“grezza”), più intenso in primavera, che sale dalle radici alla chioma scorrendo internamente, sotto la corteccia, ma scende poi (“elaborata”) scorrendo esternamente,  dentro la corteccia. Si pensò che l’ipovirulento mettesse in circolo una sostanza che, scendendo nella corteccia con la linfa primaverile discendente , andava a neutralizzare i virulenti, e comunque a difendere la parte di ramo sottostante.

Ipotizzando ciò, in bosco si applicò al castagno una potatura che non tagliava ma salvaguardava i ceppi ipovirulenti posizionati in alto, per  “vaccinare” la chioma sottostante. La tecnica diede primi risultati interessanti su  branche verticali (dal  3° ordine in su), le quali non si ammalavano, o mutavano i cancri virulenti  in ipovirulenti.  I potatori così addestrati confermarono il fatto anche negli anni successivi. 

Per applicare questa potatura di risanamento è decisivo che  chi pota sappia  riconoscere i veri ceppi ipovirulenti.  Occorre anche conoscere i diversi stadi della malattia. Eccoli:

--il ceppo virulento è un fungo (ascomicete) che si diffonde per via aerea: entra da una apertura (ferita o altro), sviluppa il micelio tra corteccia e legno (micelio a ventaglio, feltroso, color crema).

--L’area infetta si riconosce inizialmente perché causa una leggera depressione, che assume color grigio livido (violaceo) soprattutto ai bordi. Si vedono spesso anche tipiche macchiettature rosso mattone, dovute al fatto che il parassita, nella corteccia e subito sotto l’epidermide,  prepara in piccole pustoline arancioni  le sue forme di diffusione (conidi e spore).  Su polloni e rami ancora verdi e grigio chiaro, si notano bene le macchie rosso mattone vivo, che si allargano. Se in questo stadio si interviene asportando i tessuti infettati dal ceppo, la pianta reagisce e poi espelle il cancro (Fig. 1).

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 1.  Asportazione di tessuti  infettati da cancro virulento; è visibile il micelio marrone del fungo

 

--Più tardi i tessuti corticali cominciano a morire, mostrano all’esterno un serie di crepe disposte a maglia larga, come grosse placche che poi si sollevano dal legno e si staccano; il legno stesso è fessurato; infine il parassita circonda tutto l’organo (ramo, branca, tronco) che muore (perché è impedito il nutrimento della parte sovrastante) e subito sotto il punto morto il castagno emette nuove cacciate (che potranno però essere attaccate a loro volta). 

 

Questi ora descritti sono i sintomi dei ceppi di cancro virulenti.

Da questi  ceppi virulenti, nel tempo si differenziano gli ipovirulenti, molto utili perché non solo lasciano in vita la pianta, ma anche perché, finché sono attivi, diffondendosi riescono molto spesso a mutare i virulenti in ipovirulenti.

Tale vantaggio è sfruttato per combattere il cancro mediante la potatura. Ma occorre ben conoscere i sintomi  che indicano la presenza dell’ipovirulento, eccoli (Fig. 2 e Tab. 3): la pianta, cercando di espellere il parassita, genera nuovi tessuti sotto la corteccia, questa reazione fa aumentare il volume dell’organo (ramo, branca) (anziché farlo deprimere); questi rami e branche mostrano all’esterno della corteccia una rete di screpolature a maglia fitta (anziché larga); e queste crepe restano  longitudinali (anziché a placche); l’insieme del tratto di vegetazione colpita (di ramo, di branca) ha color grigio cenere (anziché grigio nerastro, o viola, o rosso); se questa reazione della pianta avviene circolarmente intorno a tutto l’organo, si vede qualcosa di molto simile a un manicotto (da cui “reazione a manicotto”) e, sopra quel punto di cancro, la chioma vive. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 2.  Confronto tra  ceppo di cancro virulento  e  ceppo ipovirulento cicatrizzante attivo

 

Riassumendo:

 

Tab. 3. :PRINCIPALI SINTOMI DISTINTIVI TRA CEPPI DI CRYPHONECTRIA P. VIRULENTI E IPOVIRULENTI

 

                                         VIRULENTO           IPOVIRULENTO    

    volume                           depresso               aumentato      

    maglia di crepe              larga                     fitta                      

    forma crepe                   a placche              longitudinali     

    colore                            viola, rosso          grigio cenere    

 

Come  potare il cancro? Dopo che i sintomi (dei differenti tipi di cancro) sono stati ben appresi, come si  interviene?  Diamo oggi i medesimi  suggerimenti che proponevamo negli anni ‘70 e ‘80 (quando il cancro colpiva in modo molto diversificato).

Prima di iniziare a potare girare il castagneto (almeno nel suo perimetro) e valutare i seguenti diversi gradi di attacco in atto, con le conseguenti possibilità di interventi:

-se ci sono solo ceppi molto virulenti: la potatura contro il cancro diventa più importante rispetto a quella contro il cinipide, perciò qui si devono fare pochi tagli (su branche anche relativamente grosse), scendendo sotto il ceppo sino a tagliare  su legno sano,  e al più presto spalmare mastice (costoso in materiale e in manodopera, ma necessario);

-se 50% + 50%: asportare i virulenti,  lasciare tutti gli ipovirulenti, dare mastice;

-se ci sono molti ipovirulenti: asportare i virulenti, lasciare alcuni ipovirulenti in alto, il mastice può essere evitato.