"Potatura di Risanamento del Castagno - Parte conclusiva"

Foto di Stefano Brunetti

 

Parte conclusiva dell'Articolo:  "Potatura di Risanamento del Castagno"

di S. Rambaldi, A. Scalise, G. Grassi

 

(Presentazione dell'articolo)

 

 

4)   Potatura estiva applicata in Calabria

La convenienza di potare in estate per ridurre i danni da cinipide, richiama all’attenzione una vecchia pratica calabrese, che sino a pochi anni fa veniva ancora applicata nel Catanzarese, sulle cultivar Riggiola e Nzerta.  Queste due cultivar non sono rifiorenti, cioè nell’anno hanno un solo ciclo di fruttificazione (a differenza di altre cultivar e di molti ibridi eurogiapponesi).  I frutti della Riggiola iniziano a cadere dal 10 ottobre, quelli della Nzerta dal 20 ottobre sino al 10 novembre.

I castanicoltori, terminate le usuali ferie estive marittime,  si dedicavano alla potatura  tra il 15 agosto e inizio settembre,  poi allo sfalcio del sottobosco e pulitura. La ramaglia di risulta grossa era utilizzata come legna da ardere per uso casalingo e per essiccare nel “pastillaru” le castagne; la ramaglia minuta era bruciata con le felci e altro sfalciato.

I vantaggi erano:

-economici: le foglie fresche del castagno nutrivano gli ovini, perché nei prati-pascoli calabresi d’estate si trova solo erba secca;

-pratici: una sola fase operativa estiva comprende potatura e pulitura del castagneto, invece in inverno si devono distanziare in successione pulitura, raccolta, potatura; 

-fitosanitari: si individuavano  meglio e si recidevano gli organi della pianta malati, soprattutto per  ingiallimento delle foglie da mal dell’inchiostro (diagnosticabile così tempestivamente), poi (dagli anni ’60) da cancro della corteccia (eliminabile subito) e da altri parassiti;

-maggior pezzatura delle castagne, conseguente al diradamento estivo che se ne faceva e alla maggior linfa che nutriva le rimaste.

Svantaggi:

-lavorare nel fogliame è difficoltoso;

-non si individua bene la struttura dell’albero;

-le piante si disidratano parzialmente, le ferite cicatrizzano solo parzialmente o per nulla.

In conclusione: nel Catanzarese è opportuno tornare ad applicare la tradizionale potatura estiva del castagneto, integrandola, ove necessario per presenza di cancro della corteccia, con la distribuzione sulle ferite di ossicloruro di rame in olio di lino cotto, o di catrame a freddo. 

 

5)    Potature  innovative  per  contenere  i  danni  del  Cinipide

Qui riferiremo i risultati delle ricerche svolte dal GESAAF (Università degli Studi di Firenze) nei progetti LIDACIPO (su castagneti giovani) e RICAPI (su castagneti abbandonati), che hanno esaminato quali, quanti e dove siano i danni causati dal cinipide, per evidenziare poi  sperimentalmente quanto sia utile la vigoria delle piante per limitarli.  

 Vediamo i danni. Il cinipide, insediandosi sulla nuova vegetazione emessa nell’anno, danneggia soprattutto le foglie (che svolgono l’attività fotosintetica) e i getti (organi che emetteranno la vegetazione dell’ anno successivo).  Sui germogli  si riscontra che è meno colpita la parte apicale e i danni sono crescenti andando verso la loro base  (Figg. 3, 4 e 5).  Alla base del getto risiedono inoltre gemme dormienti, che il cinipide può colpire. Sapere che le gemme sane si concentrano nella parte terminale del germoglio è determinante, per decidere quali interventi  di potatura effettuare (e non solo di potatura).

      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 3, 4 e 5.   Sui germogli,  le  galle del cinipide sono alla base ma non all’apice

 

 

La potatura verde, saggiata dal GESAAF  tra metà maggio e fine giugno su piante relativamente giovani, ha allungato la fase di accrescimento dei getti rimasti in pianta, posticipando la formazione delle loro gemme e riducendo così l’intensità dei danni da cinipide. L’intervento è applicabile facilmente e in economia. I risultati però variano con le varietà di Castanea sativa perché esse hanno differente attitudine a  reagire sia a questo intervento di potatura sia al cinipide. Inoltre potare entro giugno limita la diffusione del Torymus. La ricerca è proseguita  posticipando l’epoca della potatura verde a luglio e poi la si proverà  in agosto.

 L’utilissima efficacia della vigoria si evidenzia anche nel fatto che un germoglio,  pur se ha due o tre galle di cinipide apicali, ricaccia bene superando il danno da cinipide, e la cosa è evidente negli innesti. L’aumento di  vigoria dà rami più lunghi e più resistenti, perché  ha effetti positivi sia nella stagione vegetativa in corso (riduce la suscettibilità al cinipide), ma anche nell’anno seguente (le cacciate emesse dalle gemme colpite presentano danni meno gravi).

Le indicazioni date dal GESAAF  su come favorire la formazione di gemme apicali, corrispondono agli effetti dati dalla fertilizzazione, perché la corretta nutrizione del castagno (che, è bene ricordare,  è costituita da apporto di elementi minerali ma anche idrici) favorisce la seconda crescita dei germogli, che avviene a fine agosto (periodo in cui il cinipide non vola più), e così favorisce la formazione di nuove gemme sane.   Sappiamo infatti che il castagno emette le gemme nella prima crescita che avviene tra metà aprile e giugno, poi c’è un ritorno di flusso linfatico in estate inoltrata con emissione, spesso, di nuova vegetazione.

Il GESAAF raccomanda, quale tecnica di potatura (per piante di ogni età) di non effettuare capitozzature, perché attivano le gemme latenti sottostanti al taglio e sfruttano così inutilmente il potenziale di rinnovo  vegetativo della pianta (le gemme latenti danno molti getti  vigorosi e sani ma andranno diradati e non fruttificano presto). Meglio anche evitare i diradamenti (si asporta il ramo con taglio rasente alla branca che lo porta). E’ razionale invece potare facendo  i tagli di ritorno: si riduce la chioma tagliando il ramo (o branca) da accorciare nel punto in cui, più all’interno, ha già emesso un ramo (che assumerà funzione apicale), ramo che rispetto al primo deve avere almeno un terzo di diametro di grossezza (così non si interrompe il regolare flusso della linfa, che farebbe emettere ricacci). 

Il materiale di risulta da potatura non va bruciato (contiene Torymus) ma va lasciato a terra fino allo sfarfallamento successivo (come dicevamo prima).

  

 

6)   Indicazioni operative

Dopo aver visto i tempi e i modi della potatura, proponiamo ora  schematicamente alcuni suggerimenti  operativi:

Operazioni preliminari alla potatura:

-accertare la presenza di querce, che preferibilmente non vanno tagliate, poiché possono ospitare utili antagonisti del cinipide,  diversi dal Torymus;

- valutare se è necessario sostituire qualche pianta troppo vecchia e disastrata, nel qual caso si dovranno lasciare polloni o piantine giovani di sostituzione;

-organizzarsi  con un biotrituratore (Fig. 6), se possibile con una cippatrice a lame strette: risulta utile perché  sminuzza il legno di risulta, galle del cinipide comprese,  e riduce in tal modo i volumi di cippato che poi sarà smistato (cippato che sarà utilizzato per compostaggio nello stesso  castagneto (Fig. 7), oppure lo si eliminerà  a fine estate in fase di pulitura preraccolta);

Programmare il lavoro sulle piante:

---stimare sulle chiome dove e quante sono le galle secche e quelle nuove, per valutare la riduzione fogliare in corso; rilevare  se c’è un ritorno di cancri della corteccia, se si dove e quanti sono i ceppi  virulenti e gli ipovirulenti.  Poi,  avendo visto dove e quanto è possibile tagliare per risanare, valutare: 

---conviene  probabilmente progettare un intervento l’anno successivo, poi  a turni ravvicinati;

---conviene forse programmare una  potatura verde, da farsi però dopo il termine del volo del cinipide (soprattutto dove il Torymus non c’è ancora); 

--- decidere la struttura della chioma:

----- conviene  rispettare l’architettura della pianta e il portamento naturale  della varietà;

-----la pianta chiede una  struttura che le dia luce e aria, perché così si aumenta la fotosintesi e si limitano le muffe, inoltre dare luce è importante perché il castagno nostrano fa fiori e frutti nel settore più esterno della chioma, che richiede luce;

-----con la potatura di risanamento, si asporteranno le parti malate;  per la lotta al cancro,  se necessario si dovranno lasciare ceppi ipovirulenti in alto, o addirittura fare solo pochi tagli grossi per non aprire nuove ferite d’ingresso al parassita;

-----per la lotta al cinipide,  decidere quantità e localizzazione dei nuovi germogli che saranno emessi (quelli emessi alla base del ramo e i polloni basali sono i primi a essere attaccati dal cinipide;

-----se il cinipide ha ridotto l’apparato fogliario della pianta e dobbiamo ricostituirlo, ricordarsi che  i tagli grossi tolgono alla pianta le sostanze di riserva che aveva nelle branche, inoltre obbligano negli anni seguenti a diradare le cacciate che la pianta farà; è meglio dunque solo alleggerire i rami di 3° e 4° ordine; e potare ogni 2, max 3 anni. Nella potatura di ringiovanimento delle piante vecchie, conviene levare meno del 25% annuo di legno;

-----la potatura verde serve a levar galle, ma anche nelle piante adulte riduce la chioma e aumenta i calibri dei  frutti. Nelle giovani badare a non togliere troppa superficie fogliare (o non potare affatto).

Potando:

---capitozzare il meno possibile; diradare poco; preferire i tagli di ritorno, lasciando come nuova “cima” una branca grossa almeno un terzo della branca che la portava;  togliere oltre alle galle di cinipide ciò di cui la pianta soffre: secco, cancro, muffe, vischio, carie,ecc.

 

      

 

 

 

Fig. 6.   Biotrituratore  in  funzione

 

            

 

 

 

 

Fig. 7.   Contenitore  per  il  compostaggio

 

7)    In conclusione

Quanto detto finora fa capire che la potatura sanitaria dei castagni da frutto  è un intervento che va calibrato, ragionato prima di venir applicato: toglie infatti alla pianta sue sostanze di riserva, può aumentare lo stress. Perciò va fatta da operatori formati, addestrati, aggiornati. Varie Associazioni ed Enti pubblici fanno corsi di formazione, ma è auspicabile che tali corsi siano estesi, intensificati, perché  danno agli operatori non solo le indicazioni  pratiche su come potare, ma  anche le conoscenze  tecniche sulle malattie che il medesimo potatore divulgherà ad altri castanicoltori, tranquillizzandoli  sul fatto che il cinipide è stato sostanzialmente già vinto e l’ambiente va salvaguardato.

 

 

8)   A integrazione della potatura:  cosa fare contro le muffe dei rami e dei frutti

Il citato manuale della Regione Campania indica gli interventi agronomici utili per ridurre la diffusione delle muffe, che in questi ultimi anni hanno fortemente danneggiato i rami e i frutti del castagno. Li proponiamo all’attenzione dei castanicoltori eventualmente interessati:

-far strati (di materiale cippato con biotrituratore) e cumuli (di rimasugli di potatura) solo sottili (se no il materiale fermenta; si favorisce lo sviluppo dei parassiti fungini delle foglie); ma è meglio portare il tutto  a margine del castagneto,  ricavarne compost  che negli anni successivi  sarà  distribuito, dopo la raccolta, come concime organico; 

-durante la fioritura del castagno (giugno-inizio luglio) è utilissimo ridurre l’umidità (favorisce l’ingresso delle muffe nei fiori, che lì si insediano dando poi la marcescenza dei futuri frutti): va sospesa la irrigazione (negli impianti in cui si fa per aspersione o scorrimento);

-il suolo va pulito anche dai ricci  (perché i parassiti fungini vi sono insediati), non solo in preraccolta;

-la raccolta dei frutti va fatta con passate quanto più ravvicinate è possibile, raccogliendo anche gli scarti (che vanno eliminati a parte, con cippatura e compostaggio che danno sostanza organica per concime, mentre la bruciatura depaupera); l’uso di reti facilita molto le cose.

 

Ringraziamo la gentile dr.ssa Ambra Quacchia (GreenWood Service Srl) per la correzione  delle parti riguardanti il Cinipide e il Torymus.

 

Questo articolo viene pubblicato in web nel sito dell’ Associazione L’Alveare Amici del Castagno di Rocca di Papa  (alvearerdp.altervista.org) per essere messo subito in disponibilità  gratuita di ogni potenziale utente.  Può essere utilizzato e diffuso  liberamente da chiunque.

 Gli Autori dichiarano di aver  contribuito al lavoro con pari apporto tecnico e scientifico.