Il Giardino Botanico Comunale di Rocca di Papa: vicini alla mèta.

(Oswald Achenbach)

 

Si sta finalmente concretizzando la possibilità di realizzare un nostro sogno. L’idea di realizzare un giardino botanico a Rocca di Papa era maturata nell’ambito del progetto di collaborazione con la scuola dell’associazione roccheggiana “L’Alveare – Amici del castagno di Rocca di Papa”, con l’obiettivo di diffondere fra i ragazzi l’amore per l’ambiente e soprattutto per i boschi. Questa collaborazione è entrata progressivamente a regime e si avvia ormai al terzo anno di vita. Grazie all’impegno del Parco dei Castelli –  e in particolare del responsabile della didattica dott. Tortorici e della coordinatrice dei Guardiaparco dott.sa Cinzia Barbante – gli allievi delle scuole elementari e delle medie roccheggiane sono stati coinvolti in un progetto pluriennale basato su seminari di formazione e di attività pratiche.

Proprio dall’intenzione di concludere il percorso formativo dei ragazzi con la messa a dimora di piante autoctone su terreni messi a diposizione dal Comune è andata sviluppandosi l’idea del Giardino Botanico. Constatata la difficoltà di reperire aree idonee in prossimità del centro o delle zone di nuova urbanizzazione, si è pensato di valorizzare un terreno comunale sulla via dei Laghi che presenta caratteristiche particolarmente favorevoli alla trasformazione in Giardino Botanico. La proprietà comunale, che si estende per poco più di un ettaro, si sviluppa lungo la strada in località Guardianone. E’ in leggera pendenza e, soprattutto, è in gran parte libera da alberi, presentando soltanto ai margini alcune piante autoctone meritevoli di essere evidenziate e alcune conifere fuori contesto che, invece, andranno sostituite con essenze più consone all’ambiente locale.

In particolare, il progetto prevede la messa a dimora di esemplari delle essenze arboree maggiormente significative, in quanto presenti da sempre nel territorio roccheggiano. Si tratta degli alberi d’alto fusto che compongono la foresta albana, degli alberi da frutta caratteristici degli orti locali (soprattutto varietà quasi estinte di meli) e degli arbusti tipici del sottobosco locale. Il progetto prevede inoltre degli spazi con erbe, anche officinali, che crescono spontaneamente nell’area del vulcano laziale.

Lo scopo preminentemente didattico dell’iniziativa impone la realizzazione di alcune strutture di servizio, ma esse saranno improntate all’uso di materiali non invasivi ( in particolare legname locale) e realizzate secondo le tecniche tradizionali, limitando all’indispensabile l’uso di strutture “moderne” (impianti igienici, di irrigazione e di illuminazione). Sempre a scopo didattico verranno realizzate due carbonaie tradizionali, una delle quali in sezione, per mostrare la tecnica di produzione del carbone di legna: l’attività più tipica del bosco roccheggiano insieme a quella del taglio e della raccolta del legname. Due “capanne di scopiglio” (ginestra dei carbonai), ricoveri tipici dei boscaioli castellani, serviranno anche a ospitare (minimizzandone l’impatto) gli impianti essenziali.

L’apporto idrico, assicurato da un allaccio all’acquedotto comunale,  alimenterà un fontanile in legno e sempre in legname locale saranno realizzate anche la cartellonistica, le panche e le pensiline per ripararsi dal sole o in caso di pioggia. Un piazzale di manovra sarà infine riservato agli autobus che accompagneranno gli studenti e i visitatori. La gestione del Giardino Botanico – ovviamente senza scopo  di lucro -  sarà a cura dell’Alveare, che ha ottenuto il terreno dal comune in comodato gratuito per cinque anni e l’Associazione curerà anche la recinzione dell’area nonché la realizzazione dei cancelli d’ingresso. La conformità alle norme ambientali vigenti (e anche alle “migliori pratiche” non codificate) sarà garantita dalla partecipazione attiva del Parco dei Castelli Romani, che fin dall’inizio ha collaborato alla progettazione dell’opera e alla sua realizzazione.

Ci si propone, in conclusione, di dotare la Città di Rocca di Papa, ma anche l’intero comprensorio dei Comuni castellani, di un luogo di studio e di conservazione del germoplasma tipico della flora autoctona, inserito in un più vasto complesso di interventi, tutti mirati a riqualificare i boschi dei Colli Albani, contemperando lo sviluppo economico e la più rigorosa tutela ambientale.