Mestieri scomparsi

(La bottega dei Peciò, padre e figlio, in via Gramsci)

 

Nel borgo di Rocca di Papa, uno dei tanti mestieri in passato molto praticati era quello del calzolaio o ciabattino, distinzione che vuole il primo saper creare scarpe, il secondo ripararle, come ha puntualizzato Carlo Verdini, da tutti conosciuto come Carletto u carzolaru  nella bella chiacchierata sulla sua storia e sul suo mestiere.

E ancora lui, Carlo Verdini e l’artista Franco Carfagna,  con il contributo di Mariano Botti, Guglielmo Gatta e Remo La Banca,   hanno collaborato in maniera essenziale alla raccolta dei nomi e dei brevi flash che riporteranno in vita quei personaggi sui quali altrimenti calerebbe la polverosa inclemenza del tempo che fa  dimenticare quotidianità e protagonisti del passato. Molti calzolai dopo il lavoro amavano andare all’osteria e giocavano a carte o a morra… talvolta i trincetti affilati hanno regolato tragicamente conti di gioco mal governati, quando si è in preda dei  fumi dell’alcool.  

Ma lasciamo che il loro ricordo si faccia meno lontano e incominciamo a conoscerne qualcuno da vicino,  cominciando da …

Pecio’soprannome di Giuseppe Gatta, lavorava dove oggi si trova la frutteria di Angelino in Via Gramsci. Era nato  negli ultimi anni del 1890 e esercitò il suo mestiere fino a circa settant’anni. Abitava in viale Madonna del Tufo. 

Perdeva facilmente la pazienza, soprattutto quando i suoi clienti volevano pagarlo con i prodotti naturali, non avendo soldi disponibili. Spesso li apostrofava con un 

- E come campo?!- Doveva il suo soprannome al fatto che pur essendo un calzolaio  molto bravo, talvolta non rifiniva con estrema cura i suoi lavori.

(Nell'immagine Peciò Padre ripara le scarpe a un "forastiero"

 

Ezio Calcagni, classe 1910/’11 circa, era un abile calzolaio che lavorava pellame pesante realizzando scarpe per lavorare in campagna. Aveva il suo laboratorio in Via Stefano De Rossi e ha praticato la sua attività nel periodo che va dal 1935/’50. Molto devoto, era assiduo nel partecipare alle funzioni religiose domenicali. Nel tempo libero si dedicava alla campagna. In seguito si riciclò nel mondo dell’edilizia come muratore.

Nel  1910/’20 riparava le scarpe a Rocca di Papa Angelo La Banca, detto Banchetta, così chiamato anche perché metteva fuori, sulla strada un “banchetto” per  svolgere il suo mestiere. Era il padre del più celebre Remo il barbiere.

 

Molti in quel periodo facevano riparazioni in proprio come anche Angelo Basili detto Bucchiotto, padre di Tito Basili, sindaco di Rocca di Papa negli anni ’70.

 

 

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Il brano, parte di una pubblicazione già  uscita sulla rivista Castelli Romani, è il primo di una breve serie che sarà pubblicata, da oggi, nelle prossime settimane. Le foto sono della stessa Rita.