Il cardinale Vincenzo Santucci

 

Abbiamo trovato sul sito della Provincia di Roma una nota biografica sul cardinal Santucci che conferma la sua morte a Rocca di Papa, in casa di Giacomo Botti, che per comodità dei lettori riportiamo:

 

 

Il cardinale Vincenzo Santucci (1796-1861)


Gorga annovera tra i suoi personaggi più illustri il cardinale Vincenzo Cantucci che, durante il pontificato di papa Pio IX, fu tra i principali attori dei difficili negoziati politici tra lo Stato della Chiesa e il Regno Sabaudo.

Nato da Ascenzo e da Clorinda Mazzetti nel febbraio 1796, il Santucci, che aveva compiuto gli studi di filosofia e teologia presso il Collegio Romano, iniziò la sua carriera ecclesiastica come canonico della basilica di San Giovanni in Laterano.

Fu in seguito Sostituto per la Segreteria di Stato e, dal 1847, Segretario della Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari; Nunzio Apostolico a Torino, egli entrò a far parte del salotto buono della città, conoscendo i maggiori protagonisti della politica sabauda.

Alla carriera diplomatica il Santucci affiancò anche la carica di Prefetto della Sacra Congregazione degli Studi: in questo ruolo, egli dimostrò, come ricordano diversi commentatori, una grande intelligenza, interessandosi soprattutto alla situazione dell'insegnamento delle scienze. In particolare, dotò gli atenei di Roma e Bologna di nuove cattedre, chiamandovi professori di chiara fama, e implementò le attrezzature dei gabinetti scientifici.

Il "Giornale di Roma" dell'aprile 1853 è testimone dei festeggiamenti che Gorga dedicò al prelato in occasione della sua nomina a cardinale col titolo dei Santissimi Vito e Modesto, il 7 marzo 1853. Il seguente 20 aprile i compaesani vollero accogliere degnamente il neo eletto porporato: nella chiesa di S. Michele Arcangelo "fu cantata messa solenne e Te Deum. Sulla Piazza della Porte venne innalzato un arco trionfale coll'Armi Pontificie, del Cardinale e del comune. Un concerto musicale, globi areostatici, generali luminarie e fuochi d'artificio accrebbero la gioia universale. Sarebbero continuate le dimostrazioni, se il Cardinale Santucci non avesse mostrato piacergli di più, che il danaro a ciò destinato si distribuisse ai bisognosi, mentre egli aveva soccorso i meno agiati del popolo e dotato due zitelle".

Come detto, il Santucci fu un personaggio chiave in seno alla politica pontificia del pontificato di Pio IX, cruciali per il compimento dell'unità d'Italia. Era tale la considerazione acquisita nella sua azione diplomatica che tra gli ambienti politici, italiani e stranieri, già si parlava favorevolmente di una sua ascesa al soglio pontificio dopo la morte di Pio IX. È emblematica in tal senso la confidenza fatta al fiduciario segreto italiano Francesco Arese dal Ministro francese Thouvenel il quale, parlando del Santucci, disse semplicemente: "Santucci nous va".

Le felici previsioni dell'enclave politico internazionale e, forse, dello stesso cardinale, venivano tuttavia bruscamente interrotte nell'agosto del 1861. All'indomani di quel Concistoro Segreto di marzo durante il quale, all'indomani del fallimento delle trattative con Cavour per risolvere la "questione romana", Pio IX si era scagliato contro il governo piemontese e contro i fautori di quell'accordo, il cardinale Vincenzo Santucci - profondamente addolorato - era colpito per la prima volta da infarto.

Pochi mesi dopo, il 19 agosto, un attacco apoplettico, gli stroncava la vita a Rocca di Papa, dove si era recato per villeggiare presso la casa dell'amico Giacomo Botti.

A Pio IX, nel febbraio 1878, succedeva col nome di Leone XIII, Gioacchino Pecci che, per volere del destino, era stato in vita fraterno amico del Santucci.

 

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