APERTURA DEL CONVEGNO

 

1. APERTURA DEL CONVEGNO

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Botti Claudio, Presidente dell’Alveare e  Coordinatore del Convegno

 

 

 

Vi ringrazio per  essere intervenuti. In questi ultimi giorni il maltempo ha martoriato tante regioni italiane, ma oggi qui abbiamo una giornata splendida. Qualcuno, lassù, ha benedetto il Convegno sul Castagno dell’Alveare e ci ha regalato il bel tempo, addirittura il sole: una cosa davvero insperata. Insomma, chi ben incomincia è alla metà dell’opera.…

Incominciamo con un tema un po’ ambizioso. Avete letto il tema del Convegno: “Dai boschi dei Castelli Romani all’Europa”. Ma, è un’utopia, è un sogno? No, non lo sarà se noi, tutti insieme, ci impegneremo perché questo sogno diventi una realtà. Secondo noi dell’Alveare, che siamo il primo anello di giunzione fra la gente, scusate la presunzione, e le Istituzioni, tra la scienza e gli operatori. Abbiamo cercato di esserlo fin dall’inizio. Tutto può avvenire se queste diverse realtà si combinano e cominciano a combinare qualcosa insieme. Noi proponiamo tre cose.

Al primo posto mettiamo la conoscenza. Sapere attraverso la conoscenza, capire attraverso la conoscenza, ma amare attraverso il cuore, perché siamo convinti, anzi superconvinti, che senza amore non andiamo da nessuna parte.

Poi ci vuole la formazione. Perché bisogna studiare, approfondire, per realizzare insieme questo grande sogno. Noi siamo partiti dai ragazzi delle scuole elementari di Rocca di Papa, perché senza questa scelta, secondo noi, e l’abbiamo pensato sin dall’inizio, non c’è futuro, non c’è speranza. Soprattutto non c’è stimolo. Perché i ragazzi parlano senza tanti pregiudizi, senza nascondersi dietro niente e nessuno: ci dicono le cose come stanno e ci mettono di fronte alle nostre responsabilità.

Un’altra cosa importante, (oltre quindi alla conoscenza, alla formazione), è l’associazionismo. Parlo di “associazionismo”, ma dovrei usare tanti termini. Parlo di associazionismo perché è una parola che serve a far capire meglio che bisogna stare insieme, lavorare insieme per fare rete. Oggi va di moda questo discorso di “ fare rete”, ma a noi interessa davvero.  Significa, con l’impegno che ci possiamo mettere, che stando insieme riusciremo a dare il massimo. E lo daremo, sicuramente. E’ questo l’invito che facciamo. Questa è l’indicazione che abbiamo dato da principio. Siamo partiti subito nel cercare di coinvolgere nel discorso del castagno tutte le Istituzioni e tutti gli opera-tori locali. E le Istituzioni hanno risposto, a cominciare dal nostro Comune.  Lo dico perché è bene dirlo: tra le altre cose il Sindaco mi ha dato l’incarico di responsabile del patrimonio boschivo. Come cittadino delegato. E io spero non soltanto di assolvere il mio compito, ma di andare oltre. Non tanto io, ma l’intera associazione, perché come ho detto prima, per fare qualcosa di concreto bisogna agire insieme, in rete. Da soli non si va da nessuna parte. Insieme ai validi collaboratori dell’Alveare, invece, possiamo davvero cambiare le cose.

Dobbiamo fare tutto questo per dare un segno di speranza, perché la speranza è molto importante. Ma se la speranza rimane tale… conta per quello che conta. Noi ci auguriamo che dietro l’angolo ci sia più lavoro e, attraverso il lavoro, più dignità. 

Grazie. Adesso la parola passa al Dottor Giorgio Grassi, il quale sarà il moderatore di tutto il nostro lavoro di oggi. Prego.

 

Dottor  Grassi, moderatore

 

Ringrazio l’Alveare per la fiducia che mi da, spero di poterla meritare con un certo risultato. Moderatore significa, sostanzialmente, guidare i momenti tecnici di un convegno badando a non togliere troppo tempo a chi tra i presenti deve esporre o vorrebbe eventualmente intervenire. Per giungere a questo, conto sulla collaborazione di tutti coloro che interverranno.

Diamo innanzitutto la parola alla  Dottoressa Elena Pace, qui rappresentante del  Movimento dei Focolari,  l’Ente che ospita il Convegno odierno.

 

Elena Pace,Responsabile Interregionale EcoOne

 

Buongiorno a tutti, intanto ringrazio l’associazione Alveare per l’invito che c’hanno rivolto, e vi porto i saluti a nome di EcoOne che è una delle espressioni del dialogo culturale del Movimento dei Focolari che oggi ci ospita. EcoOne, in particolare, è una rete di docenti, ricercatori e professionisti che operano nel settore ambientale e hanno tutti la stessa passione, cioè quella di affrontare le tematiche ambientali, con una visione della natura che non è altro da sé, ma che è intesa come totalità del mondo fisico, quindi che include anche gli esseri umani; perché noi siamo immersi in una rete di relazioni degli elementi naturali, siamo parte integrante della natura e, quindi, danneggiare la natura è danneggiare noi stessi. Allora, come EcoOne, sentiamo la necessità che ogni essere umano si comprenda come non un semplice elemento biotico, neanche come dominatore della natura, ma come qualcuno che è cosciente e responsabile di essere parte della natura che si realizza nel suo darsi, cioè nel dono di sé ai simili, ma anche alla realtà naturale di cui fa parte integrante.

Nei convegni che facciamo, non tanto in questa sede, ma abbiamo fatto spesso al centro Mariapoli Internazionale, noi apriamo un dialogo aperto e transdisciplinare su tutte queste problematiche, e l’anno scorso abbiamo affrontato il tema della relazionalità in natura e abbiamo osservato come solo dall’interazione tra i singoli elementi nascono proprietà nuove, le cosiddette proprietà emergenti, che non sono il semplice risultato della somma delle parti, ma che lo superano. Un bosco, per esempio, visto che siamo in quest’ambito, non è un semplice insieme di alberi, ma è molto di più, è proprio quell’evoluzione discontinua che mette in evidenza che il salto di qualità lo fanno le relazioni e, secondo una visione cristiana, è quell’impronta trinitaria nel Creato, per cui è l’interazione amorosa tra singoli elementi che fa l’uno, che fa la cosa nuova.

Alla base di queste riflessioni c’è il pensiero di Chiara Lubich che ha fatto un’esperienza a contatto con la natura molto significativa, aggiungerei non sentimentale, ma essenziale e vi leggo alcune parole che dice: “Vedevo le cose tutte collegate tra loro dall’amore, tutte, per così dire, l’una dell’altra innamorate, per cui, se il ruscello finiva nel lago era per amore, se un pino si ergeva accanto a un altro, era per amore. Sulla terra, tutto è in rapporto di amore con tutto, ogni cosa con ogni cosa, bisogna essere l’amore per trovare il filo d’oro tra gli esseri.”

Per questo è importante accostarsi alla natura con un rispetto grande e anche accompagnandola, aiutandola a esprimere tutte le sue potenzialità. Quindi, riallacciandoci al motivo per cui siamo qui, che cosa augurarci, augurarci che sicuramente, diciamo, il legno, questi castagneti che sono qui nei Castelli, siano un dono per la popolazione del luogo, portino lavoro, tutto quello che poi sentiremo; però anche viceversa, cioè augurarci che anche la popolazione sappia essere un dono per questi splendidi boschi che ci sono. Questo è il nostro augurio.

 

Dottor  Grassi, moderatore.

Ringraziamo sentitamente la Dottoressa Elena Pace.  Il convegno è stato aperto su un substrato di amore, di auspici di cooperazione e di sinergia, credo sia un’ottima premessa.

La parola ora va alle Autorità.

Inizia il Sindaco di Rocca di Papa, Dottor Pasquale Boccia.

 

 

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