Prospettive e criticità per il legno da castagno

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6.2.5      PROSPETTIVE  E  CRITICITÀ  PER  IL  LEGNO  DI  CASTAGNO,
(CONTRIBUTO  DEL  LEGNO  DI  CASTAGNO  ALLA  GREEN  ECONOMY)

 

Francesco Carbone

Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (DIBAF)
Largo dell’Università, blocco E, 01100 Viterbo. Tel/fax 0761, 357748

 

Nella prima parte dell’anno la Commissione Europea (Conferenza di Copenaghen – Danimarca) ha presentato un documento strategico per lanciare una crescita coerente con gli indirizzi della bioeconomia. Sempre nel corso del 2012 è stato il 20° anniversario dell’Earth Summit di Rio de Janeiro 1992 (Rio de Janeiro +20), in cui le delegazioni dei Governi di tutto il mondo hanno riconosciuto come la Green Economy sia l’approccio idoneo per sostenere lo sviluppo sostenibile dell’economia mondiale.
Dalla lettura dei documenti, tra gli altri punti chiave, due appaiono particolarmente interessanti per la valorizzazione del settore forestale in generale, e di quello del castagno da legno in particolare: la minimizzazione dell’emissioni dei gas serra e l’uso delle risorse rinnovabili.
Se si aggiungono le conclusione della conferenza di Durban (2010) inerente l’attuazione del protocollo di Kyoto, il settore castanicolo nel prossimo futuro potrà contare su interessanti opportunità per la sua valorizzazione.
Ma …,       alcune criticità del settore paiono porre in dubbio questa eventualità.
Andando per ordine, dapprima saranno analizzate le potenzialità del settore come conseguenza del quadro istituzionale vigente, quindi saranno evidenziate le criticità che si frappongono alla loro valorizzazione, per giungere infine alle conclusioni in cui saranno evidenziate possibili strategie per il loro superamento.

 

Attualmente il settore, ed in particolare le aziende forestali, possono contare su interessanti leve per la valorizzazione delle loro produzioni, quali: il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 la certificazione della gestione forestale sostenibile (PEFC, FSC) per la qualificazione della sostenibilità delle loro produzioni sul mercato, nonché il protocollo di Kyoto che valorizza la funzione di assorbimento del carbonio.
D’altro canto, anche le imprese di utilizzazione e prima trasformazione possono contare su altrettante iniziative a supporto, quali il Piano di sviluppo rurale 2007-2013, la certificazione della catena di custodia (PEFC e FSC), nonché gli accordi di Durban.
Considerando il primo segmento della filiera foresta-legno nel suo complesso, oltre agli strumenti sopra citati occorre aggiungere la Marcatura CE del legname ad uso strutturale  e la Due Diligence (Dir. 395/2010) introdotta dall’UE e resa obbligatoria a partire da marzo 2013. In entrambi i casi pur essendo degli obblighi vincolanti, questi possono divenire strumenti di valorizzazione per gli assortimenti di castagno. 
L’anello di congiunzione tra il primo segmento della filiera ed il mercato dei prodotti in legno è costituito dalla Green Public Procurement (Acquisti verdi da parte delle pubbliche Amministrazioni) e il Piano Nazionale dello Sviluppo Sostenibile. Documenti che sollecitano le pubbliche amministrazioni ad operare sul mercato acquistando prodotti i cui cicli produttivi siano sostenibili ed a basso impatto ambientale. 
Dal punto di vista operativo il provvedimento più rilevante è il Decreto legislativo 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni. Introducendo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa quale modalità per la selezione dell’impresa a cui affidare le commesse degli enti pubblici, nella misura in cui l’avviso pubblico fosse costruito opportunamente, ciò potrebbe condurre alla valorizzazione delle offerte che a) minimizzano le emissioni dei gas serra e b) usano materiale proveniente da cicli produttivi rinnovabili (box 1).

Box n° 1:  Si pensi ad una commessa relativa alla ristrutturazione di un tetto in legno di un edificio storico di Roma. Allorché siano previste le seguenti condizioni vincolanti:
·                    la specie legnosa si caratterizzi da una lunga durata temporale d’impiego;
·                    il processo produttivo sia conforme agli standard della Due Diligence;
·                    il prodotto sia munito di marcatura CE;
nonché siano riconosciuti i seguenti requisiti prioritari:
·                    contribuisca alla lotta ai cambiamenti climatici;
·                    provenga da boschi muniti di certificazione della gestione forestale sostenibile;
·                    assicuri valori minimi di emissioni nel suo trasporto dal sito di produzione a quello di lavorazione ed impiego;
Conclusione:   vi sono elevatissime probabilità che la commessa sarebbe a favore di operatori che lavorano prodotti dei boschi di castagno della Regione, nella misura in cui le imprese soddisfacessero gli standard vincolanti.

          Per quel che riguarda le criticità, buona parte sono intrinseche al sistema castanicolo.
Salvo poche eccezioni, le azienda forestali si caratterizzano per
·         ecosistemi con elevata suscettività ai processi di degrado,
·         assetto aziendale fortemente atomizzato,
·         polverizzazione dell’offerta,
·         semplificazione dei moduli colturali,
·         dotazione infrastrutturali modeste,
·         scarsa propensione agli investimenti,
·         scarsa conoscenza del mercato ed forte propensione al ricavo immediato: “pochi, maledetti e subito”.

Per quel che riguarda le imprese di utilizzazione e prima trasformazione, fatte salve poche e lungimiranti eccezioni, si rileva
·         uno scarso tasso di imprenditorialità,
·         un frequente approccio familiare dell’impresa,
·         un forte legame con le tradizioni,
·         un’attenzione quasi esclusivamente al mercato locale.

Alcune criticità caratterizzano gli enti pubblici, che sovente sono anche proprietari di vasti patrimoni forestali. In questi casi sia la gestione forestale che la vendita dei soprassuoli al taglio è fortemente condizionata dalla reiterazione continua degli atti amministrativi degli anni precedenti, nonché (purtroppo) dalle pressanti esigenze di cassa, ignorando l’adozione di strumenti innovativi che potrebbero condurre ad un miglioramento complessivo dell’offerta.
Passando agli enti ed istituzioni pubbliche nel ruolo di acquirenti del mercato dei prodotti in legno, anche qui pesa la reiterazione continua degli atti amministrativi degli acquisti/appalti precedenti, che nella stragrande maggioranza dei casi l’assegnazione è stata fatta sulla base del ribasso maggiore. Allorché riguardavano forniture di prodotti e/o manufatti in legno, le risorse finanziarie solo marginalmente sono rimaste sul territorio, sostenendo acquisti talvolta di prodotti provenienti da foreste primarie di specie a rischio di estinzione.

E’ evidente che le criticità sono numerose e richiedono interventi strategici su ampia scala con istanze avanzate dall’intero comparto. In prospettiva fare sistema da parte delle realtà imprenditoriali regionali del castagno si ritiene sia un passaggio strategico. Ciò consentirebbe di istituire un legame diretto con le istituzioni competenti divenendo soggetti propositori delle politiche ed, al contempo, interlocutori qualificati con cui l’Amministrazione regionale può confrontarsi.

Si sta per concludere il periodo programmatico 2007-2013  e si stanno per avviare localmente i lavori per il prossimo periodo programmatico 2014-2020. Sarebbe auspicabile che gli operatori del settore castanicolo regionale partecipassero a questa fase programmatoria come un unico stakeholders, avanzando delle proposte unitarie e condivise in cui si illustrino quelli che si ritengono essere i più opportuni ambiti di investimento delle risorse pubbliche per il settore.
A tal fine si propone di avviare un tavolo tecnico per la stesura di un documento programmatico a supporto delle misure forestali. Il sottoscritto e la prof.ssa Romagnoli saremmo ben lieti di dare il nostro contributo qualora si ritenga che questa partecipazione possa essere utile alla sua costruzione e nella prospettiva che questo favorisca la crescita dell’intero comparto regionale della castanicoltura da legno.

 

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