L'Alveare, due anni e mezzo di attività: sulle ali del torymus verso il "Giardino d'Europa"

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6.  APPROFONDIMENTI

 

 

6.1    L’ALVEARE, DUE ANNI E MEZZO DI ATTIVITÀ: SULLE ALI DEL TORYMUS VERSO IL “GIARDINO D’EUROPA”

 

Claudio Botti

Presidente dell’Associazione “L’alveare” di Rocca di Papa

 

Cominciammo a riunirci a maggio del 2010 e, prima ancora di costituirci in Associazione, cosa avvenuta a primavera di quest’anno, già a maggio del 2010 il nostro Presidente  fu delegato dal Sindaco a rappresentare Rocca di Papa in un convegno nell’Aretino organizzato da “Città del Castagno”.  Dovevano passare altri due anni, nel maggio 2012, perché raggiungessimo il primo dei nostri obiettivi: l’inizio della lotta biologica al Cinipide galligeno del Castagno, l’insetto di origine cinese che ha devastato i boschi di Rocca di Papa. Proprio nel mese di maggio, infatti,  il personale scientifico incaricato dalla Regione Lazio ha effettuato sul nostro territorio il primo lancio dell’insetto antagonista naturale del cinipide, il Torymus  sinensis.  Contemporaneamente, veniva annunciata ufficialmente la scelta di Velletri per ospitare il secondo centro regionale per la moltiplicazione del Torymus  (il primo opera da anni nel Viterbese). 

Non è stato facile. Quando iniziammo a sollevare il problema  ci sembrò di scontrarci  contro un muro di gomma. La politica, cui toccava risolvere il problema, o non lo capiva o lo sottovalutava. Gli  ostacoli burocratici erano apparentemente insuperabili:  primo fra tutti quello della normativa che vieta l’introduzione di specie “non autoctone” nei boschi.  Ma il problema vero era un altro: la mentalità.  Sui nostri boschi hanno competenze il Comune di Rocca di Papa, l’XI Comunità Montana, Il Parco Regionale dei Castelli Romani, la Provincia di Roma e La Regione Lazio.  Già sembrava arduo riunire tutti intorno a un tavolo e parlare un linguaggio comune. I primi convegni che organizzammo a Rocca di Papa per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Autorità competenti sulla gravità dell’invasione del Cinipide andarono pressoché deserti.  Pareva che fosse  tutto sotto controllo. Nessuno sembrava riconoscere che il problema c’era davvero, era grave e poteva essere affrontato seriamente soltanto unendo le forze.  Quando presentammo un documento che - oltre a spiegare la gravità del problema e a proporre le soluzioni -  caldeggiava anche l’assegnazione del secondo centro regionale di moltiplicazione del Torymus a Velletri, qualcuno ebbe l’impressione che fossimo matti. “Fate gli interessi degli altri Comuni?  Perché non chiedere che il Centro venga assegnato a Rocca?” Noi, semplicemente, eravamo consapevoli che il bosco era sempre lo stesso: loro come nostro. Loro, semplicemente, avevano migliori possibilità di successo. Perché non sostenerli? Poi ci furono le aste bandite dal Municipio di Rocca di Papa per il taglio di alcuni castagneti comunali. Aste che andarono deserte. Anche al Comune, a quel punto, fu chiaro che il problema non soltanto esisteva, ma era grave e arrecava un danno patrimoniale immediato, concreto, enorme. Se i castagneti non si vendono è perché il loro stato di abbandono ne riduce drasticamente il valore e le modalità dei tagli fissate dalle norme vigenti scoraggiano gli imprenditori onesti del settore. Come rimediare? Semplicemente con impegno e pazienza. 

Nel momento stesso in cui l’Amministrazione Comunale ha preso atto della gravità del problema, l’Alveare ha potuto svolgere il compito che si era posto fin dall’inizio: mettersi a disposizione della comunità, gratuitamente e senza secondi fini. Sono iniziate le consultazioni periodiche e si è cominciato a collaborare.  Il primo obiettivo era quello di dotarsi di un Regolamento per  l’accesso ai boschi comunali, diventati terra di nessuno. E’ stata preparata una bozza sulla base delle migliori esperienze di altri territori, l’Ufficio Forestale del Comune ha rivisto ogni articolo alla luce delle proprie esigenze e ha raccolto i pareri preliminari e le osservazioni delle Amministrazioni interessate. Si è controllato insieme il testo finale e lo si è subito portato all’attenzione del Consiglio Comunale che l’ha rapidamente approvato e adottato.  Ora la cosa più urgente è l’affidamento e la rapida approvazione di un  Piano di Assestamento Forestale:  il vero e proprio Piano Regolatore del patrimonio boschivo di Rocca.  Per i boschi vale esattamente lo stesso discorso dell’urbanistica. Dove non ci sono regole e obiettivi o dove le regole sono inapplicabili regnano l’arbitrio e il degrado.  Ci vorranno anni, inutile nasconderselo, perché il nostro bravo Torymus sconfigga definitivamente il Cinipide e i castagni di Rocca  siano del tutto fuori pericolo. Ma intanto, mentre tifiamo per l’animaletto, ci stiamo attrezzando perché in futuro il territorio forestale di Rocca di Papa diventi il “Giardino d’Europa”. Un esempio di gestione all’avanguardia che coniughi la salvaguardia dell’ambiente con lo sviluppo e il lavoro.  Le potenzialità ci sono tutte. Noi ci crediamo e lo ripetiamo: nella nostra piccola follia siamo pure ostinati. 

Associazione “L’alveare”  di Rocca di Papa.

 

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