Domande presentate al convegno

 

3. DOMANDE PRESENTATE al convegno E TRASMESSE AGLI ESPERTI.

    ESPERTI CHE HANNO DATO RISPOSTE.

  

 

Il   Moderatore  Grimaldi Ivo  informa i presenti in sala sul metodo che sarà osservato per questa sezione di convegno:
     "Le domande presentate sono state tante, per questione di tempo  nel convegno si può rispondere a  voce solo a una parte di esse, le più importanti. Ma per dar completezza, gli Atti riporteranno tutte le domande presentate  e le risposte che gli esperti avranno la cortesia di fornire agli organizzatori anche nel post-convegno.

In proposito vorrei   ringraziare, a nome della struttura organizzativa del convegno, il dottor Giorgio Grassi, che ha ideato, suggerito, proposto e poi anche imposto la metodologia di questo dibattito, basata su presentazione di domande scritte, alle quali viene fornita una risposta. Grazie”.

 

  Nei presenti Atti tutte le domande ricevute sono state elencate,  raggruppandole per argomento, secondo l'ordine che segue.
  A fianco di ognuna  è il cognome dell’esperto  che ha trattato la risposta.

 

3.1  AVVERSITÀ E DIFESA

Il cinipide galligeno del castagno

Cinipide e Torymus, se ne parla, ma cosa sono? come conoscerli meglio? (Grassi)

Quanti lanci di Torymus sono stati già fatti nel Lazio? E dove? E nel 2013? (Sintini)

Ci sarà un centro di moltiplicazione del Torymus a Velletri? (Sintini)

Il fungo Fusarium può essere utile nella lotta al cinipide?  (Sintini)

La Regione Lazio ha prescritto che dopo i lanci di Torymus non si può lavorare il bosco.  Perché?  (Sintini)

Il cinipide rovina il legno dei cedui?  (Grassi)

Posso trattare contro il cinipide? Come? (Grassi)

So che si può comprare il Torymus privatamente: da chi? Quanto costa?  (Grassi)

Il castagno col cinipide  perde le foglie, allora  fa danni all’ambiente, o no?  (Fegatelli, Grassi)

Se il cinipide rovina le piante, perché il Parco non fa lanciare il Torymus?  (Fegatelli)

Se la legge italiana vieta di lanciare Torymus, perché non la si cambia?  (Manzo)

E’ vero che il MiPAAF ha accettato la “calamità naturale” per il cinipide? chi può chiedere i soldi? e come?  (Grassi, Manzo)

Qual è la situazione Cinipide in Rocca di Papa?  Cosa possiamo fare?  (Grassi)

 

 

3.2  LEGNO E FORESTAZIONE

A proposito della certificazione

Quali e quante sono le certificazioni per le foreste ed il legno?  (Romagnoli, Carbone)

Vendono pellet di abete “certificato puro e ambientale”, che significa?  (Romagnoli, Carbone)

C’è certificazione forestale e certificazioni di legno di castagno?  (Carbone)

Cosa si certifica?  (Romagnoli, Carbone)

In quanti modi si può certificare?  (Carbone)

Certificare rende?se si, quanto?  (Carbone)

Certificare costa, è una presa in giro?  (Carbone)              

In cosa differiscono le certificazioni FSC e PEFC?  (Carbone)

 

A proposito dei caratteri del legno di castagno

Il legno di castagno ha caratteristiche sue, per quali usi tecnologici è indicato?  (Romagnoli)

C’è qualità e qualità di legno di castagno?  (Romagnoli)

Sui Castelli la cipollatura in certi boschi colpisce più di altri, si può far nulla?  (Romagnoli)

 

A proposito dell’economia della castanicoltura da legno

Se il castagno da legno rende poco, cosa fare?  (Romagnoli, Carbone)

Meglio vendere il legno di castagno in Italia oppure all’estero?  (Romagnoli, Carbone)

 

A proposito del supporto pubblico all’economia del castagno

L’UE dà soldi a chi produce legno di castagno?  (Romagnoli, Carbone)

Ci sono fondi regionali  per fare o migliorare la selvicoltura?  (Rabagliati)

Il GAL Castelli Romani e Monti Prenestini ha ancora fondi disponibili per la castanicoltura da legno?  (Grassi)

 

A proposito dell’uso del castagno per fini energetici

Cosa significa pellet e cippato?  (Baldini)

Pellet e cippato, quali differenze hanno in legno, calore e costo?  (Baldini)

Lo sfollo dei cedui dà cippato?  (Baldini)

Perchè il castagno dà meno pellet della robinia?  (Baldini)

 

A proposito del giudizio di convenienza della castanicoltura da legno

I boschi una volta rendevano, ora no, perché?  (Carbone)

Conviene ancora far castanicoltura da legno?  (Carbone)

 

 

3.3   FRUTTO

A proposito delle varietà di marroni e castagne

Per fare un impianto di castagne da frutto, che varietà mettere? (Grassi)

I frutti della “Rocchicianella” di Rocca di Papa possono prendere la DOP o l’IGP, o altro? (Grassi)

Roma è città vicina che compra marroni e castagne: perché il nostro frutto non va? (Grassi)

Marroni e/o Castagne?  Quanto valgono come nutrimento? (Grassi)

Il germoplasma del Lazio di castagno da frutto è ampio? ci sono studi? (Barbagiovanni, Pavia)

 

A proposito dell’economia della castanicoltura da frutto

Se il castagno da frutto non rende, cosa fare?  Se rende, come migliorare?  (Grassi)

Vorrei passare da ceduo a impianto da frutto: si può fare? A che costi e in quanti anni?  (Grassi)

 

A proposito del supporto pubblico all’economia del castagno da frutto

E’ vero che l’UE ha soldi per chi produce frutti di castagno ma non li dà all’Italia? Se si, perché?  (Grassi)

Ci sono fondi regionali per fare la potatura dei castagni da frutto?   (Rabagliati)

Il GAL Castelli Romani e Monti Prenestini ha ancora fondi disponibili per la castanicoltura da frutto?  (Grassi)

 

 

3.4  INTEGRAZIONE DEL REDDITO RICAVATO DAL  LEGNO E DAI FRUTTI

A proposito della integrazione del reddito

Come integrare il reddito dato dal legno e dai frutti?  (Carbone)

Il castagno è ricco di potenzialità; ma che altro può fare oltre legno e frutti?  (Esperti vari)

 

A proposito delle biomasse

Ottenere biomassa quanto costa ad ettaro?  Quanto in  più o in meno rispetto al metano o al gasolio? Per fare biomassa, quali requisiti occorrono?  Per entrare in bosco con macchine per biomassa, che piste occorre aprire? E’ vero che le centrali a biomassa inquinano?  (Grassi)

 

 

3.5  ALTRI ASPETTI DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE LOCALE

Il Castagno nella letteratura del territorio Castelli Romani e Monti Prenestini

I boschi di Rocca di Papa nella letteratura   (Guarinoni, Santangeli)

 

Varie

Terminato il convegno di oggi, chi poi nel Lazio cercherà risposte a domande sulla castanicoltura, a chi deve rivolgersi?  (Grassi)

La Comunità Montana ha tanti Comuni che fanno legno, perché non li mette insieme? Come mai non si riesce a costituire una cooperativa, a Rocca di Papa che ha 1500 ha a castagneto?  (Grassi)

 

 

ESPERTI CHE HANNO DATO RISPOSTE

BALDINI prof. Sanzio. Università della Tuscia, Dipartimento di scienze e tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste,  la Natura e l’Energia (DAFNE). Esperto di interventi forestali e di biomasse. Tel. 0761.357414;  [email protected].

BARBAGIOVANNI dr.ssa Immacolata. Nell’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura nel Lazio) è responsabile della Rete di Conservazione e Sicurezza delle risorse genetiche di interesse agrario tutelate dalla L.R. 15/2000.  Tel. 06.86273481; [email protected].   

BELLINI prof. Elvio.  Presidente del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno (Marradi, FI), Già Direttore del Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell’Università degli Studi di Firenze.

CARBONE  dr. Francesco.  Università della Tuscia (Viterbo), Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (DIBAF).  Ha acquisito ampia esperienza nel comparto legno di castagno (e non solo). Tel. 0761.357748;  [email protected].

FEGATELLI dr. Antonio. Nel Parco Regionale dei Castelli Romani è il responsabile del Servizio Agro-silvo-pastorale.

GIANNINI prof. Raffaello. Per la selvicoltura, a Firenze era Direttore sia di Dipartimenti universitari  sia di Centri CNR. Membro della Accademia Italiana di Scienze Forestali.

GRASSI dr. Giorgio. Nell’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura (IRSA, ora Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, MiPAAF) dirigeva sezioni a Roma e a Caserta, era già esperto MiPAAF della specie castagno.

GUARINONI dr. Carlo Maria.   Storico delle tradizioni locali, editore di una decina di libri su Rocca di Papa e autore egli stesso. Già direttore del giornale La Spiga.

MANZO  dr. Alberto. Al MiPAAF dirigeva il SAQ 6 (Sezione Agroalimentare e Qualità, Uff. 6) che coordinò  i  Gruppi di lavoro che elaborarono  il Piano del settore castanicolo 2010-2013 e il Piano legno.  Ora è nell’Ufficio PQA II - ma continua a coordinare i Tavoli di filiera nazionale di più specie frutticole.

PAVIA Renato, agrotecnico. Già Collaboratore di Ricerca presso il CRA-FRU Centro di Ricerca per la Frutticoltura – Roma. Insegnante di esercitazioni pratiche nei corsi di arboricoltura generale e speciale - [email protected] .

PAVONE dr. Ettore. In Regione Campania è tecnico del SeSIRCA (Servizio Sperimentazione, Informazione, Ricerca e Consulenza in Agricoltura), con varie esperienze di divulgazione.

RABAGLIATI  dr.ssa Marina Candida.  Regione Lazio,  Dirigente dell'Area Conservazione Natura e Foreste.

ROMAGNOLI prof.ssa Manuela.  (PhD,   Associate Professor of Wood Technology and Harvesting). Università della Tuscia (Viterbo), Dipartimento di scienze e tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia (DAFNE). Ha maturato grande esperienza in ricerca e sue applicazioni forestali, su molte tematiche.  Tel. 0761.357399;  [email protected].

SANTANGELI Maria Pia, ins. Scuola primaria.  Studiosa delle tradizioni e della gente dei Castelli Romani, ha scritto 4 libri.  In Rocca di Papa ha fondato un’associazione e organizza di incontri culturali. Pianta alberi.

SCALISE dr. Antonio.  Forestale, in Calabria nell’ ARSSA (Agenzia Regionale  per lo Sviluppo Agricolo) ed è il tecnico di riferimento per la castanicoltura da frutto. E’ il Responsabile del Centro Sperimentale Dimostrativo di Cropani  Marina (CZ)[email protected].

SINTINI dr. Andrea.  In Regione Lazio è’ l’Ispettore sanitario del Servizio Fitosanitario Regionale del Lazio  che  per il Cinipide del castagno  collabora più da vicino con la dirigente dr.ssa Alessandra Bianchi.

VEZZALINI   dr. Luigi. Nel Piano di settore castanicolo 2010-2013  del MiPAAF, coordinava  col Prof. Bellini il Gruppo di lavoro “Multifunzionalità del castagno, valorizzazione, marketing territoriale”. Dirige il Settore agricoltura e tutela del territorio della Unione dei Comuni “Terre di Castelli” di Modena.

 

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