Green Economy e Foreste di castagno: Prospettive e criticità nel post 2013

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2.4  RELAZIONI SU INVITO:    

 

 

Francesco CARBONE

 

 

 

Presentazione del Moderatore  dottor  Grimaldi:

La prossima relazione, l’ultima,  ha come tema  “Prospettive e criticità per il legno di castagno”.   La relazione è svolta dal dottor Francesco Carbone.

Il dottor Carbone è docente presso l’Università degli Studi della Tuscia quale ricercatore e svolge corsi di laurea di primo e secondo livello.  Ha effettuato periodi  di perfezionamento all’estero in tematiche economico-forestali.  E’ stato consulente presso la Federlegno e Arredo ed attualmente collabora con l’Area Natura e Foreste della Direzione Ambiente della Regione Lazio.  E’ impegnato nei filoni di ricerca sulla valorizzazione e  protezione delle foreste,  ruolo delle istituzioni forestali,  costi di transazione,  valorizzazione dei sistemi ecosistemici.

Ha acquisito grande esperienza nel comparto legno di castagno.

 

 

 

 

Buongiorno a tutti.  Rivolgo un ringraziamento  sentito e particolare al Presidente Botti e a tutta l’Associazione L’Alveare, perché hanno consentito a me e a molti di noi di essere oggi  presenti a questa interessante iniziativa.

La mia relazione  si colloca  in un discorso di carattere economico e vuole lanciare alcuni messaggi ai fini di una valorizzazione del legno e del legno di castagno in particolare.  Questo tipo di orientamento nasce fondamentalmente dai recenti positivi sviluppi che si sono avuti in sede legislativa sia per le politiche forestali che per le politiche ambientali.

Esamineremo le opportunità aperte e la relativa problematica (esistono infatti  delle criticità, che alcuni di voi conoscono in modo certamente più diretto del sottoscritto)     e come organizzarci per giungere agli obiettivi a noi utili.

 

 

INIZIATIVE:      ATTENZIONE AI NUOVI ORIENTAMENTI

 

Tra le iniziative sulle quali possiamo contare, quelle di cui negli ultimi mesi si è parlato molto sono in relazione ai concetti di bioeconomia e di green economy. Sono concetti estremamente importanti, che non vanno a rivoluzionare i già noti canoni dell’economia, ma costituiscono gli orientamenti per lo sviluppo che dovremo perseguire nel futuro.

Sono orientamenti che nascono in sede internazionale (in Commissione Europea la prima, in Onu la seconda).  Il messaggio è: anche nel settore forestale dobbiamo ora pensare, programmare, lavorare,  affinché le scelte di qualsiasi consumatore, imprenditore, industriale,  siano orientate innanzitutto a minimizzare gli impatti ambientali e in secondo luogo a utilizzare soprattutto risorse rinnovabili.

Questi orientamenti diverranno  sempre più vincolanti per gli operatori.  Perciò permettetemi di invitarvi a pensare a quel che ora abbiamo detto,  quando agiamo nel quotidiano.

 

Agli orientamenti  ora detti, e alle nuove opportunità che ci aprono,  dobbiamo aggiungere quelle che ci derivano dalle iniziative legate alla Funzione ambientale degli assortimenti legnosi  sancita nel Protocollo di Kyoto (Lotta ai cambiamenti dei fattori climatici), in cui il settore legno dà un grande e importante contributo.  Nell’accordo di Durban si dà particolare importanza al fatto che il legname delle foreste (e perciò anche del castagno) svolge potenzialmente la specifica funzione di “banca del carbonio”,  perché conserva questo elemento nel lungo periodo (quando viene utilizzato per usi strutturali, non per ardere),

 

 

INIZIATIVE   A SOSTEGNO  DELL’ OFFERTA                    .

 

Tra le iniziative utili alle aziende forestali per migliorare le loro perfomance ambientali e di mercato, la principale è il Piano di Sviluppo Rurale, che in sostanza rispecchia tutta la politica dell’U.E. verso l’ambiente e verso il mondo agricolo.  Per l’ Italia, dal 1992 ad oggi sono stati resi disponibili diversi milioni di euro.

Altri fondi giungeranno con il nuovo Regolamento U.E. 2014-2020, e nei prossimi mesi in ambito Regione Lazio inizieranno i lavori per definirne la destinazione con un nuovo PSR.   E’ questa una preziosa opportunità aperta alle imprese e alle aziende forestali,  perché possono intervenire affinché le risorse pubbliche che saranno messe a disposizione possano essere adeguatamente valorizzate dagli addetti.

Nella seguente Proposta di PSR 2014-20120, in rosso sono misure dalle quali le aziende forestali  (quelle di  stoccaggio comprese) potrebbero attingere risorse, se la Regione Lazio recepisse questa stessa Proposta.

Ma è molto opportuno che ad avanzare queste proposte alla Regione Lazio siano gli stessi operatori del settore forestale:  vi invito perciò ad attivare e ad approfondire un dialogo in proposito, sui contenuti.

 

INIZIATIVE   A SOSTEGNO  DELL’ OFFERTA                          .

 

Il Protocollo di Kyoto, divenuto operativo dal 2005, svolge attualmente un ruolo importante, che può sostenere la redditività delle aziende forestali perché premia quelle che riducono emissione di CO2.

L’Italia si è impegnata internazionalmente a utilizzare circa 10 milioni di t di CO2, in foreste statali.  

Ma l’Italia annualmente ne stocca 50 milioni, così i 40 restanti sono opportunità per aziende private, che sul mercato volontario dei “crediti di carbonio” si impegnino a trattenere  il carbonio nei tessuti del loro legname per un certo numero di anni, ricevendo i relativi contributi.

Per accedervi, è importante che le piccole aziende si aggreghino per fare una offerta significativa.

 

La Certificazione forestale sostenibile è un’altra opportunità per il settore forestale, di cui il Lazio non approfitta. Le aziende produttrici aderiscono a un protocollo per cui il legname venduto (pali, travi, manufatti ecc),  potrà fregiarsi di un’etichetta che testimonia al consumatore la provenienza da un bosco sostenibile; il mercato può premiarne la valenza culturale, perché si certifica non che il legno è migliore tecnicamente, ma che non proveniente da disboscamenti  attuati nel mondo incondizionatamente, o senza rispettare altri valori (ambientali ecc). E’ una scelta del consumatore.

Nel Lazio il legno di castagno è certificato solo da un’azienda del Parco Regionale di Bracciano.

 

 

INIZIATIVE    A  SOSTEGNO  DELLA DOMANDA              .

 

Alle imprese di utilizzazione forestale fin dal 1990 il Piano di Sviluppo Rurale  assicura risorse  finanziarie per migliorare il parco macchine, il parco tecnologico.

La certificazione riguarda anche le aziende di utilizzazione forestale, quali anello della filiera tra l’iniziale azienda certificata produttrice (qui posta al vertice del triangolo verde)  e il consumatore finale (alla base).

Abbiamo già accennato ai premi economici conseguenti allo sfruttamento della funzione ambientale degli assortimenti legnosi (mercato dei crediti di carbonio).  A Durban nel 2011 si è tenuta una Conferenza sul Clima, che ha aperto nuove prospettive per il mondo forestale. Ora è in corso il grande lavoro per cercare di quantificare qual è la massa legnosa che un certo tipo di assortimento stocca, in relazione anche alla sua durata nel tempo dopo la sua messa in opera.

 

 

 

INIZIATIVE   A SOSTEGNO DELLA FILIERA                   .

 

A Sostegno della intera filiera ci sono due iniziative nuove e per certi versi impegnative.

Il primo è il Regolamento europeo Commercio responsabile del legname (Due Diligenze), emesso dall’U.E. dopo aver  preso atto che a livello internazionale è commercializzato tanto legname che proviene da tagli illegali.  L’Italia è coinvolta e ritenuta corresponsabile perché importa molto di questo legname.

Il Regolamento entrerà in vigore dal 3 marzo 2013, obbliga tutti coloro che commerciano legname (sia produttori che trasformatori) a rispondere a determinati requisiti. Gli operatori italiani che importeranno dovranno comunicare che non hanno acquistato da fonti illegali.  Questo obbligo può essere sfruttato come opportunità per chi vuole utilizzarlo come strumento di marketing  che valorizzi l’operato della sua azienda.

 

 

 

 

 

 

Altro strumento è la Marcatura CE, marchio che, nel caso del legno,  qualifica il prodotto anche per gli aspetti delle sue prestazioni. E’ obbligatoria per il legno d’uso strutturale e, per il castagno, si applica agli assortimenti a spigolo vivo.

 

Un secondo importante strumento è forse stato già applicato dagli Amministratori pubblici qui presenti:

è la Green public procurement dell’Unione europea.  Le Amministrazioni pubbliche sono il più importante cliente presente sul mercato e a livello mondiale acquistano da sole il 7%.  L’U.E. vuol favorire i loro acquisti se orientati a prodotti e servizi derivanti da processi sostenibili, rispettosi per l’ambiente.

 

L’ orientamento dell’Unione Europea è recepito in Italia nel Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione.

 

Le certificazioni  principali, più conosciute, sono la FSC e la PEFC.

 

 

L’ultimo strumento a sostegno della filiera è il Codice degli appalti e servizi per le Istituzioni pubbliche.

Esso specifica che l’attribuzione di un certo appalto non deve necessariamente andare all’offerta che abbia il costo più basso,  ma a quella di maggior convenienza, più vantaggiosa.

Se tra le discriminanti, oltre al prezzo si inserissero discriminanti ambientali, avremmo indirizzato l’acquisto verso maggior sostenibilità.

 

 

 

COME VALORIZZARE IL LEGNAME LOCALE        .

 

Quale esempio pratico ipotizziamo un appalto per la ricostruzione di un tetto di un edificio storico in Roma con legno di castagno. Il bando indichi, quali discriminanti prioritarie, che il legname sia di lunga durata, non provenga da boschi tagliati illegalmente, sia conforme a standard qualitativi per l’impiego strutturale, contribuisca alla lotta ai cambiamenti climatici (carbonio), provenga da boschi aventi gestione forestale sostenibile.  Se chiedesse anche di ridurre al minimo le distanze tra i siti di produzione, di lavorazione e di impiego (per ridurre le emissioni di CO2 da trasporti e i costi), la commessa potrebbe difficilmente andare all’esterno del territorio Lazio. Ma il problema è che il settore produttivo laziale non è in grado di rispondere a questa gara!  Questa è una prima criticità.

 

 

CRITICITA’ E  BARRIERE ALLA ADOZIONE DELLE INIZIATIVE  SOPRA DETTE

 

        Abbiamo visto ora una prima criticità:  il sistema produttivo non è in grado di rispondere alle attuali condizioni sui mercati.
        
Ma molte altre criticità esistono:

 

 

 

 

 

 

 

La castanicoltura situata in aree marginali ha costi di prelievo della massa legnosa insostenibili: il suo abbandono attiva processi di degrado progressivi (abbandono del bosco, dissesto idrogeologico, ecc).

 

 

 

 

 

Una criticità del tutto particolare riguarda le Amministrazioni pubbliche. Nella Regione Lazio sono molto importanti perché sono gli enti che detengono gran parte del  patrimonio, e ben sappiamo che Rocca di Papa ne costituisce caso esemplare.  Questi soggetti hanno un doppio ruolo: da un lato sono istituzione che in un certo senso è acquirente di prodotto, dall’altro come proprietari del bosco lo devono gestire. In entrambi i casi notiamo staticità di comportamenti, c’è reiterazione di quanto è stato già fatto prima, sia in fase di acquisti che di vendite (es: si emettono gli stessi vecchi documenti aggiornando solo qualche parola), senza investimenti  gestionali, colturali, che permettano di valorizzare meglio ciò che si ha.

Ho riscontrato che in appalti di pavimenti, mobili e simili, gli amministratori di solito non pensano al castagno ma a legni di altre specie: è una perdita di ricchezza per il territorio locale.

 

 

 

SINTESI  DEGLI EFFETTI DELLE CRITICITA’ E  BARRIERE   

                

 

 

CONCLUSIONI          

                                    .

Il settore cioè deve muoversi per proprio conto.

E muoversi guardando al comprensorio intero, non alla sola proprietà individuale.

Il “fare lobby” non ha valenza sempre negativa. Significa qui fare sistema tra gli operatori del settore castanicolo, avere la capacità di presentare le proprie istanze di settore, formulando un documento che indichi o suggerisca alla Regione Lazio quali linee di investimento dei fondi pubblici possono meglio rispondere alle richieste del sistema laziale, cioè degli operatori del territorio, perché essi possano attivamente partecipare alle azioni che ritengono più proficue. Se la programmazione top-down (fatta cadere dall’alto verso il basso) porta alla fine a non utilizzare i soldi disponibili, è il caso di invertire il processo, e di proporre dal basso all’alto ciò che serve al territorio.

 

 

Grazie per l’attenzione.                      

 

 

Chiusura del Moderatore  dottor  Grimaldi: 

Ringraziamo sentitamente il dottor Carbone, per il ricco contributo apportato. Speriamo che i suoi importanti messaggi vengano recepiti, dagli operatori come dagli enti pubblici.

Con i ringraziamenti vorrei invitarlo a portare, da parte mia e nostra, saluti sentiti allo staff della sua Università ed in particolare ai membri del suo Consiglio di amministrazione.

 

 

Adesso c’è una pausa, definita pausa caffè. I lavori riprenderanno tra 20 minuti, non oltre.

 

 

 

 

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La relazione completa in formato PDF: