I contenuti del Piano nazionale settore Castagno e del Piano Legno

2.1   RELAZIONI SU INVITO:    

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Alberto MANZO

 

 

 

Presentazione del Moderatore  dottor  Grimaldi:

  Il dottor Alberto Manzo lavora presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dal 1988 e ha ricoperto numerosi incarichi sia a livello nazionale che comunitario, in qualità di componente di Commissioni interministeriali e della Commissione Europea. E’ stato membro del Comitato esecutivo dell’Organizzazione europea per la protezione delle piante (OEPP).

Nel MiPAAF dal 2006 all’aprile del 2009 è stato dirigente dell’Ufficio “Agricoltura biologica” e dal 2009 al 2012 incaricato dirigente  dell’Ufficio “Agroenergie e filiere agricole e agroalimentari minori”,  coordinando i Tavoli dei settori “Bioenergie”, “Florovivaistico”, “Piante officinali” e “Frutta in guscio” nel cui ambito sono le sezioni: “castagne”, “nocciole” e “noci, pistacchi, carrube e mandorle” che hanno portato alla stesura e all’approvazione (in Conferenza Permanente tra Stato Regioni e Province Autonome, tra il novembre 2010 ed il novembre 2012) dei Piani di settore Castagno e Legno, di cui nell’odierno convegno ci parla.

Il dottor Manzo dal 13 settembre 2012 è funzionario tecnico presso l’Ufficio PQA II –“Sviluppo imprese e cooperazione” del Ministero.

 

 

 

 

    Buongiorno a tutti. Porto i saluti del dottor Serino,  Capo  del Dipartimento delle Politiche competitive, della Qualità agroalimentare e della Pesca del MiPAAF.

     Cercherò di essere breve, nel cercare di spiegare quali sono state le problematiche e difficoltà  affrontate per approntare e formulare un Piano nazionale castagno molto complesso (nei vari Gruppi di lavoro che vi hanno lavorato, è stato portato il contributo di circa 250 esperti rappresentativi di tutta la filiera: enti pubblici territoriali, associazioni, centri di studio ecc),  proprio perché la problematica del castagno è ampia, e molto sentito era l’aspetto relativo all’emergenza cinipide. Questo insetto è arrivato dalla Cina importando a Torino varietà orientali molto precoci a rapido accrescimento, poi col materiale vivaistico è stato trasferito in tutt’Italia.

Il DiVAPRA di Torino studiò il problema, fu importato l’organismo antagonista Torymus  sinensis capace di controllare il cinipide mediante lotta biologica. Ma la lotta biologica permette di conseguire risultati solo in tempi lunghi, e pur parlando del problema cinipide fin dal 2004, si perse tempo  finché  una associazione di Trento chiese a inizio 2010 al MiPAAF di intervenire.

     A seguito dell’emergenza cinipide fu avviato il Piano, che affrontò innanzitutto il cinipide ma anche tutti gli aspetti del settore castanicolo. I risultati conseguiti sinora nella lotta al cinipide sono molto positivi e a vantaggio di tutto il Paese, entro il quale ovviamente , tra le 14 Regioni interessate al castagno, alcune sono più avanzate di altre quanto a studi e interventi attuati.

    Oltre al Piano castagno il MiPAAF ha approntato quello del settore  nocciolo e ora si appresta a studiare quello relativo ad altri fruttiferi in guscio (quali noce, carrubo, mandorlo e pistacchio).

Gli aspetti relativi alle produzioni legnose sono affrontati e discussi nel Tavolo di filiera Legno, ove il castagno trova attenta considerazione. 

    Riuscire a  valorizzare al meglio un territorio comporta che, a fianco delle produzioni alimentari e legnose, siano studiati altri argomenti, tra i quali le qualità dei cibi e le agroenergie, dei quali si è occupato lo stesso Ufficio MiPAAF nel quale lavoravo, in collaborazione con i colleghi del Ministero dello Sviluppo economico  e del Ministero Ambiente.

    Consideriamo ora specificamente  il Piano Nazionale del Settore Castagno.

Durante l’esposizione aprirò flash conoscitivi su argomenti vari, utili per approfondimenti successivi in fase di discussione.

Chi vuol leggere il Piano di settore castanicolo 2010-2013 può andare nel  sito del Ministero dell’Agricoltura al seguente indirizzo:

http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6841

L’INEA, che grande contributo ha dato nella formulazione del Piano, a breve pubblicherà anche il Piano in forma cartacea.

 

 

 

 

 

Le 4 azioni sono tutte sostenute da finanziamenti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Le prime due sono state già finanziate, la quarta è in via di finanziamento e sarà avviata a breve, la terza partirà poi. Il supporto tecnico scientifico è fornito per le prime due dal DiVAPRA dell’Univ.di Torino (prof. Alberto Alma),    per le altre due dal  Consiglio per la  Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA, prof. Pio Roversi).

 

 

 

 

      Entro ogni Regione i punti di riferimento  sono e devono necessariamente rimanere i  Servizi Fitosanitari Regionali.

     La lotta di tipo biologico, che il MiPAAF ha scelto, dà risultati dapprima lenti ma nel tempo sicuri e ben visibili, come già sta accadendo in Piemonte.  Che la lotta biologica sia non solo perseguibile ma anche l’unica preferibile lo sostengo come funzionario del Ministero ma anche personalmente come tecnico.

 

 

 

 

 

 

 

Nel 2012 sono stati finanziati dal MIPAAF i seguenti Centri di moltiplicazione:

Altri lanci saranno finanziati nel 2013.

 

 

Il numero di Centri per ogni Regione è stato deciso  in relazione all’importanza locale della castanicoltura.  Nel 2013 si consolideranno quelli previsti in questo schema, a integrazione di quelli che le Regioni hanno allestito in proprio.

 

 

Fin qui abbiamo visto le Azioni 1 e 2 del Piano di settore, riguardanti  il cinipide.

 

Ora un rapido accenno alle Azioni 3 e 4.

La Azione 4 partirà nel 2013 (perché i finanziamenti sono in arrivo) e coinvolgerà le Associazioni che operano nel settore della castanicoltura, per un biennio:

 

La Azione 3 coinvolge 11 enti di ricerca, approfondendo in un triennio più temi, tra cui le varie malattie del castagno. Occorreranno oltre due milioni di euro, per  ora non disponibili.

 

In merito si conta su finanziamenti europei:   ora infatti il castagno può ottenere contributi comunitari, poiché è stato inserito dal Comitato di gestione OCM Ortofrutta nella “frutta in guscio”,  dopo un workshop che la Regione Toscana tenne a Bruxelles.

 

 

 

Accenniamo ora al  

CASTAGNO nel PIANO LEGNO

 

La filiera legno si inserisce nel Programma Quadro del Settore Forestale italiano, complesso, irrealizzato per mancanza di contributi. Per cui a fine 2010 il MiPAAF ha costituito uno specifico Tavolo tecnico nazionale per il coordinamento della Filiera Legno,  affidato all’Uffico SAQ VI da me diretto, che ha elaborato il Piano della Filiera Legno 2012-2014.

 

 

 

Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici e non facili da perseguire. Tra i principali segnalo la armonizzazione della diversificata normativa esistente  tra le Regioni,  e la necessità di un unico sistema nazionale dei censimenti.

 

 

 

 

Resto a disposizione per ogni eventuale chiarimento e approfondimenti.

 

 

 

Chiusura del Moderatore  dottor  Grimaldi:

      Ringrazio anche a nome degli Organizzatori il dottor Alberto Manzo per la relazione che ha ritenuto di svolgere, per le informazioni che sono state date, per i contenuti tecnici importanti da conoscere,  e anche per i messaggi che sono stati lanciati, molto chiari, sulle azioni che dovrebbero essere realizzate.

      Rimandiamo le domande dei presenti alla seconda parte del convegno.

 

 

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La relazione completa è allegata in formato PDF: