Sagra della Castagna a Montelanico

Sagra della Castagna

 

 

Località Montelanico (Roma)

 

Data Venerdì, sabato e soprattutto domenica, della III settimana di ottobre. Si tiene nella piazza principale

 

La sagra

E’ stata istituita nel 1963. Originali stand in legno, felci e rami di castagno propongono caldarroste, vari cibi a base di castagne (paste all’uovo fatte con farina, ampia gamma di dolci) e altra enogastronomia, oltre a produzioni di piccolo artigianato. La manifestazione è arricchita da eventi didattici, culturali, folcloristici.

Sagre collegate di cui c’è scheda:  Sagra della Callarosta, Carpineto Romano (RM). Sagra del Marrone, Segni (RM). 

Di cui non c’è scheda: Sagra della Castagna, Norma (LT) (penultima o ultima domenica di ottobre).

 

Cenni storici e geografici

Originariamente c’erano i Volsci. Il nome deriva dalla romana Famiglia Metelli che vi aveva un Fundus Metellanicus; il giovane Marco Aurelio qui partecipava a battute di caccia e vendemmie. L’abitato si formò dal sec. IX, poi fu fortificato sino ad aver potente castello con torri e resti murari tuttora visibili. Nella sua storia fu distrutto tre volte (da Martino V, dagli Anagnini nel 1313 e da Carlo VIII nel 1495), poi fu dei Conti, dei Barberini, dei Pamphili, dei Doria, infine Comune che nel 1921 si riscattò dal feudo Doria. Montelanico è a 297 m s.l.m. su una collina tufacea, occupa un’area di 35 kmq, nella valle del Rio entro i monti Lepini. Fa parte della XVIII Com. Montana dei Monti Lepini (sede in Segni).

 

Cosa c’è da vedere

-     Centro storico, con via Corte Vecchia, palazzo Conti (del 1652), porte e portali che testimoniano il variare dell’architettura nei secoli , vicoli antichi e pittoreschi, rasenne (o trasenne: stretti spazi tra due edifici, con funzione di scolatoi), botteghe medioevali, “Jo Montano” (o Il Frantoio), piazzetta del Monte Frumentario (gli avvallamenti del selciato ricordano la posizione di 10 pozzi di ammasso pubblico dei cereali), le “cone” (icone varie e interessanti, sia ‘castellane’ che di ‘fuori le mura’).  Chiesa di S. Maria delle Grazie, o del Gonfalone (perché ha insegne, stendardi e libri della Confraternita del Gonfalone; ha torre campanaria romanica, tavola raffaellesca del Salvatore del 1500).

-     Chiesa di S. Pietro (con artistico ciborio del sec. XV; ricostruita nel 1750 e più volte rimaneggiata). Chiesa S. Antonio da Padova (voluta nel 1702 dal governatore Tigri, detta anche dell’ Immacolata Concezione; con soffitto a cassettoni di noce).

-     Chiesa Madonna del Soccorso (in contrada Petreta, fatta nel 1636, per incorporare un affresco di Madonna col Bambino del 1400).

-     Fontana di Ernesto Biondi (del 1891, eretta a simbolo comunale). 

-     Escursioni: ai resti del Castello di Pruni (bel panorama su Montelanico e valle del Rio), all’altopiano di Collemezzo (i Doria vi piantarono 36.000 piante di castagno, per ceduo; tra faggi secolari c’è la cappella di S. Maria delle Grazie con bella statua in terracotta di Paolo Muzi del 1636), ai laghi del Volubro, alla sorgente Rapiglio, al Monte Lupone.

 

Principali manifestazioni

-     Primavera: “Arrivano i corti”.

-     Maggio: Festa del Patrono S. Michele Arcangelo (importante, con spettacoli di arte varia: il successivo sabato c’è altra processione; chiudono fuochi artificiali).

-     Giugno: Corpus Domini, con artistica e grande Infiorata.

-     Agosto: Festa della Madonna di Collemezzo.

-     Terza domenica di settembre: Festa Patronale della Beata Vergine del Soccorso (molto venerata). Ottobre: Sagra della Castagna.

 

La coltura nel territorio

Montelanico è situato a ca. 5 km (in linea d’aria) da Segni, verso Carpineto. La castanicoltura sta tra 350 e 500 m s.l.m. (a quote cioè inferiori sia a Segni che, soprattutto, Carpineto) nella valle del torrente Rio, in giacitura molto favorevole. L’estensione dei castagneti, che tra le due guerre era di ca. 300 ha (e dava ca. 800 t di castagne), ora è di ca. 110 ha. La tecnica agronomica applicata a Montelanico è quella di Segni (si veda quella scheda).

 

Le varietà

Le varietà di Montelanico sono state descritte nella scheda di Segni. Montelanico è nell’areale di produzione dell’ IGP Marrone Segnino.

 

Utilizzazione della frutta

Per la lavorazione, commercializzazione e utilizzazione del prodotto, e per le forme associative del posto, si veda la scheda di Segni. I Montelanichesi ricordano che i piatti poveri del loro passato erano tre: “pizza (quella di allora!), polenta e callaroste”; queste ultime venivano “castrate”, poi arrostite con attenzione alla fiamma del caminetto, quindi avvolte in un panno così “schiudevano”, e finalmente mangiate, accompagnandole in autunno col vino “cirifischio” (è l’ “acquato” che si ottiene dalle vinacce lasciate per qualche giorno in acqua).

 

Altra gastronomia

I prodotti più pregiati di Montelanico sono l’ olio d’oliva (un tempo importante elemento di economia locale, oggi in abbandono), carni ovicaprine e relativi latticini (ricotte, formaggi freschi e stagionati) e suine (in contrada Volubro, montana, c’è pascolo brado di suini). Dai locali boschi di fagacee (castagni, lecci, cerri, querce) si raccolgono ottimi funghi (porcini, galletti, chiodini, mazze di tamburo, cardinali) e tartufi (sia il Tuber aestivum che il profumato nero Tuber melanosporum invernale), utilizzati dalla ristorazione ma anche acquistabili dai tartufai del posto, su prenotazione. Piatti tipici sono i “tagliolini” (fatti con maestria amalgamandoli a mano su sottile sfoglia), la “ramiccia” (fettuccine sottili), “gli gnocchetti” (lunghi, di farina; corti, di patate), le “recchie da prete” (tipo orecchietta pugliese di grano duro), “j’appallocco” (piatto contadino povero, di fave secche bollite poi passate un po’ al tritatutto e cotte con farina di mais a fuoco lento, servite a mo’ di polenta con verdure e salsicce); i dolci “pangiallo” (natalizio), e tanti tipi di biscotti, tra cui la “ciammella che non si dice” (sottile e fragrante di cui infatti non si dicono gli ingredienti), le “tisichelle” (farina, zucchero, anice, noci, vin bianco), “ciammelline al vino”, “giglietti”, “santamarta” e altri.

 

Per saperne di più

-     Compagnia dei Lepini: Guida enogastronomica. Grafica 87 s.r.l. Pontinia (LT) 2006 (?).

-     Amministrazione Comunale Montelanico: Montelanico: cenni storici, territorio, eventi. Edizione 2006.

-     Associazione Nazionale Città del Castagno: Guida alle Città del Castagno, Cento città da cogliere in castagna: storia, gastronomia, eventi. 2° edizione. Editrice La Mandragora. Imola (BO) 2007.

-     Grassi G.: Aggiornamenti tecnici sulla castanicoltura da frutto per la XVIII Com.Montana Monti Lepini. Nov. 2004.

 

Organizzazione e informazioni

-     Municipio: P.za Vittorio Emanuele II 31, 00030 Montelanico (RM); tel. 06 97050003; www.montelanico.com .

-     Proloco: Via del Plebiscito 1.

-     Compagnia dei Lepini: Via Umberto I 46/48  04018 Sezze (LT); tel 0773 889644, 0773 889652.

 

Come arrivare

-     Da autostrada Roma-Napoli: se da Roma: uscita Colleferro, poi la SS 609 per Montelanico;  se da Napoli: uscita Anagni-Fiuggi, poi SS 609.

 

Ringraziamenti

Paolo Mei, competente ed efficiente nel dare notizie storiche, materiali conoscitivi e fotografie.

 

Autore della scheda Giorgio Grassi

 

(La scheda è stata compilata nel 2014, qualche indicazione, quindi, potrebbe essere non più attuale)