La presentazione del prof. Carlo Fideghelli

 

Presentazione

 

L’Italia, per ragioni climatiche, storiche e orografiche è il più importante paese frutticolo d’Europa e, in assoluto, ai primi posti nel mondo nella coltivazione delle piante arboree da frutto. Le ragioni climatiche sono legate al Mediterraneo e all’ampiezza della latitudine che assicurano al nostro Paese condizioni ideali per la coltivazione delle piante temperate fino a quelle subtropicali. Le ragioni storiche sono legate a Roma e al suo Impero che hanno favorito l’esplorazione e lo scambio di materiali vegetali con buona parte del mondo conosciuto di allora. Il territorio, infine, per due terzi montagnoso e con pianure a quel tempo in larga parte acquitrinose e malsane, si prestava molto bene alla coltivazione degli alberi più che ai seminativi. E così, da sempre, l’agricoltura italiana è stata caratterizzata dalla coltivazione dei fruttiferi e tale stretto legame ha accompagnato gli italiani ovunque si sono insediati nel mondo come testimoniato dalla frutticoltura in California, in Canada, in Cile, in Argentina, in Australia…

La raccolta è il momento culminante di un anno di impegno, fatica, preoccupazioni e, in passato, gli agricoltori usavano festeggiare l’avvenimento con danze, accompagnate da vino e cibo,   coinvolgendo gli abitanti del territorio circostante. Nei tempi più recenti, molte di queste feste contadine sono diventate sagre organizzate dalla comunità e quelle dedicate alla frutta sono particolarmente numerose. Alla celebrazione del frutto, che caratterizza o in alcuni casi caratterizzava l’agricoltura del territorio, è associata l’esposizione, la degustazione, la vendita di prodotti derivati da quel frutto e dell’artigianato locale, insieme a concerti bandistici, balli in piazza e altre manifestazioni popolari.

Come Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, ora CRA-Centro di Ricerca per la Frutticoltura, abbiamo voluto raccogliere in un volume le sagre della frutta celebrate in Italia, evidenziando, oltre gli aspetti turistici, culturali e folcloristici, il legame con il territorio e, in particolare, con la coltivazione del frutto che ha motivato e dato origine alla attuale manifestazione. Le schede sono poco meno di duecento, e circa 400 sagre sono solo elencate.

Le sagre descritte riguardano poco più di una ventina di frutti, ma quelle di gran lunga più numerose sono quelle che riguardano le castagne, seguite da quelle dedicate alle ciliegie e alle fragole, i frutti che, non a caso, chiudono e aprono la stagione della frutta e dell’annata agraria.

Alle schede è stata data un’impostazione comune, ma i numerosi autori (ricercatori, professori universitari, tecnici) che hanno collaborato, hanno interpretato la scheda in modo diverso, sottolineando a volte più l’aspetto storico, a volte più quello turistico, altre ancora quello frutticolo.

Ci auguriamo di essere riusciti a compilare un’opera che susciti l’interesse dei cittadini e serva a ricordare alcuni aspetti della nostra frutticoltura che tanto positivamente ha contribuito e contribuisce all’economia agricola del Paese.

Un ringraziamento particolare va al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che ha finanziato l’opera, alle amministrazioni comunali e alle Pro Loco che hanno fornito la maggior parte delle informazioni riportate e che con il loro impegno e passione, spesso di pochi, mantengono vive le tradizioni e ne assicurano la trasmissione alle nuove generazioni.

 

 

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