3.7 Elementi innovativi per l’esercizio della funzione del professionista forestale

Patrizio Zucca

 

 

 

 

Elementi innovativi per l’esercizio della funzione del professionista forestale

 

 

Dott. For. Patrizio Zucca, Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma

 

 

      A nome del Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma e del suo Presidente Dott. Corbucci che ha voluto affidarmi l’incarico di rappresentarlo, ringrazio innanzitutto dell’invito a questo importante Convegno, che nell’affrontare il tema generale della castanicoltura da legno si pone un obiettivo veramente importante. Quello dell’innovazione del settore con finalità non solo strettamente produttive ed economiche, ma anche in relazione alla tutela del territorio e dell’ambiente.

E del resto per tutti gli operatori del settore forestale è evidente che lavorare in e con il bosco non può che voler dire lavorare per il bosco, per la sua tutela e per quella più generale dell’ambiente.

 

-          Ruolo e funzioni dei Dottori  Forestali e Agronomi

Da questo punto di vista la categoria professionale cui appartengo, quella dei Dott. Forestali e dei Dott. Agronomi, è certamente fortunata (e forse anche invidiata) perché assai spesso capita di trovarci per lavoro in ambienti bellissimi come quelli che ci circondano.

Questo naturalmente implica una forte passione per l’ambiente.

Anzi, si può affermare senza mezzi termini che la nostra è una professione che materialmente non è possibile esercitare senza amore per la natura e per l’ambiente, una motivazione che aiuta spesso a superare le difficoltà anche economiche ahimè insite, soprattutto negli ultimi tempi, nell’attività professionale.

La legge n. 152 del 10 febbraio 1992 di riordino della professione di Dott. Forestale ed Agronomo attribuisce come noto a queste figure professionali delle competenze specifiche per il settore forestale ed ambientale e, tra le altre, per citare le più attinenti al tema oggetto del convegno (Art. 2 punto 1.c) “lo studio, la progettazione, la direzione, la sorveglianza, la liquidazione, la misura, la stima, la contabilità ed il collaudo di opere inerenti ai rimboschimenti, alle utilizzazioni forestali, alle piste da sci ed attrezzature connesse, alla conservazione della natura, alla tutela del paesaggio ed all’assestamento forestale”, o ancora (Art. 2 punto 1.b) “……… delle opere di trasformazione e di miglioramento fondiario, nonché delle opere di bonifica e delle opere di sistemazione idraulica e forestale, di utilizzazione e regimazione delle acque e di difesa e conservazione del suolo agrario …..”.

 

-          Necessità e proposte alla luce delle nuove modalità di svolgimento della professione

Naturalmente occorre considerare che come tutte le altre attività professionali anche la nostra si è andata progressivamente evolvendo non solo per l’applicazione di nuove tecnologie (basti pensare tra tutte all’ingresso dell’informatica ….), ma anche per le novità normative intervenute e per il conseguente diverso rapporto con le amministrazioni a vario titolo coinvolte con il nostro piccolo/grande mondo forestale.

Così le diverse attività svolte in bosco, non solo quelle di taglio, ma anche la progettazione e la realizzazione della viabilità forestale, l’impiego della meccanizzazione, la stessa pianificazione e gestione delle foreste, debbono ora fare i conti con le normative di protezione ambientale per la diffusa sovrapposizione sul territorio di aree a vario titolo tutelate e per lo stesso mutato rapporto di una larga parte dell’opinione pubblica con il bosco.

Ora se si può condividere, in senso generale, il criterio di una maggiore attenzione alle tematiche ambientali, la particolare attenzione con cui questa parte dell’opinione pubblica segue le attività umane sul bosco può generare, purtroppo, polemiche ed a volte persino conflitti, generalmente non motivati, ma comunque meritevoli di attenzione perché possono ingenerare un sentimento di opposizione allo stesso uso del bosco.

E qui mi pare doveroso ricordare ancora una volta che la Sentenza della Corte Costituzionale n° 14 del 1996 ha definitivamente sancito che i tagli di fine turno dei boschi sono interventi di manutenzione necessari alla loro corretta gestione e per il loro mantenimento.

Questo è un primo elemento che vorrei evidenziare.

Credo infatti sia molto importante stabilire un “dialogo” con questa parte della popolazione, attraverso dibattiti, seminari o altro perché ritengo a questo punto fondamentale spiegare e farsi capire, prima che agire.

In questo la nostra categoria professionale assieme alle Università, agli Istituti di ricerca ed agli enti pubblici (Regione, Enti Parco, Comunità Montane, etc..) possono certamente dare un valido contributo.

 

-          Conoscenze informatiche

Entrando nello specifico dell’attività Professionale, come accennavo, non si può certamente dimenticare quanto l’impiego dell’informatica abbia nella pratica influito.

Basti pensare alle stesse necessità derivanti dai vari tematismi cui prima si è fatto cenno e che caratterizzano ormai il territorio.

Così la semplice sovrapposizione delle immagini aerofotografiche con l’assetto catastale, quello delle aree protette, il reticolo della viabilità, e cosi via permette di avere una evidente lettura multicriterio fondamentale per programmare gli interventi in foresta e per la sua gestione.

Da questo punto di vista la realizzazione di GIS, ossia di sistemi informativi computerizzati che permettono l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione delle informazioni derivate da dati geografici geo-referiti è ormai divenuto uno strumento di gestione decisivo la cui realizzazione è peraltro specificamente richiesta al Professionista che realizza un Piano di Assestamento e Gestione Forestale per consentirne l’approvazione.

Ma si tratta poi di uno strumento che diviene essenziale anche nella realizzazione e gestione dei piani di Protezione Civile, dei piani di Assetto delle aree protette e di quelle Natura 2000 o ancora nei Piani Faunistici e Faunistico-Venatori e così via.

 

-          Necessità di acquisizione dei dati custoditi da Enti

Naturalmente risulta di particolare importanza per il Professionista incaricato la possibilità di agevole accesso a dati ed informazioni che sono generalmente in possesso di Istituzioni specificatamente preposte.

Molte di queste informazioni sono già liberamente ed ampiamente disponibili come per es..: le tavole del PTPR (anche se la Tav. C è praticamente illeggibile) altre sono di più difficile accesso come per esempio la Carta della Vegetazione e dell’Uso del Suolo della Prov. di Roma predisposta da un gruppo di lavoro diretto dal Prof. Pignatti, da quello che so disponibile sono su DVD difficilmente reperibile, ma non in rete, o ancora i dati di alcune Autorità di Bacino (nell’ambito dei Castelli per esempio i dati relativi all’autorità di Bacino del Tevere mi risulta siano più facilmente accessibili rispetto a quelli dell’Autorità di Bacino del Liri-Garigliano con sede a Caserta) e altre ancora sono purtroppo semplicemente non disponibili per i Professionisti come nel caso dei dati riportati nel “Catasto Incendi” a cura del CFS.

Sarebbe poi importantissimo avere accesso a dati contenuti in specifici elenchi di Imprese forestali qualificate (auspicabile in questo senso la creazione di un “Albo regionale delle Imprese e degli operatori Forestali” la cui formazione, da quello che so, è stata avviata da tempo), a vivai forestali accreditati in grado di fornire materiale certificato, a Ditte specializzate per esempio negli interventi di ingegneria naturalistica e così via.

 

-          Necessità di avere referenti tecnici qualificati in grado di corrispondere pienamente alle necessità operative dei Professionisti

In questo quadro la possibilità di avere rapporti con i diversi Enti che a vario titolo si occupano di boschi attraverso referenti tecnici specialisti per la materia risulta poi decisivo.

E qui va detto che purtroppo questo è possibile solo raramente.

Non spetta certo a me spiegare il perché, ma certo è del tutto evidente (e, dico la verità, per me ancora immotivato) che la presenza di Dottori Agronomi e soprattutto di Dottori Forestali tra le varie Amministrazioni preposte alla tutela ed alla gestione ambientale e forestale nella nostra Regione, sia ancora assolutamente sporadica.

 

-          Figura del responsabile dell’esecuzione delle attività (equivalente del DLL) con estensione al settore della sicurezza

Tra le nuove attività professionali in bosco occorre infine ricordare quelle relative alla figura di Responsabile in fase di esecuzione e controllo dei lavori, equivalente sostanzialmente a quella del Direttore dei Lavori.

Questa figura, ancora non esplicitamente prevista dalle norme, viene sempre più spesso richiesta da parte di alcune Amministrazioni (a volte anche da privati) e costituisce certamente una nuova opportunità di incarico professionale, ma presuppone una preparazione specifica, anche di tipo amministrativo, che andrebbe senza dubbio qualificata attraverso, per esempio, corsi di formazione specifici ed in qualche modo normata.

Peraltro questa attività sarebbe auspicabile fosse estesa anche al settore della Sicurezza dei Lavori per le attività in bosco.

Anche qui la formazione, da estendere peraltro agli addetti oltre che per i Tecnici, assume naturalmente un significato decisivo.

Negli ultimi anni sono molti i Dottori Forestali ed Agronomi che hanno acquisito la qualifica di Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione delle opere ai sensi del D.Lgs. 81/08 (“Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”).

Si tratta però, come noto, di una norma che riguarda esclusivamente il settore edile.

La possibilità di estendere almeno alcuni degli obblighi previsti dal Testo Unico anche al settore forestale è un argomento che non ha certo bisogno di ulteriori spiegazioni.

 

-          Considerazioni conclusive

Concludo il mio intervento evidenziando la necessità, al fine di promuovere il trasferimento di conoscenze ed innovazioni nel settore forestale, di stabilire un maggiore collegamento tra i diversi soggetti del settore e quindi Imprese, Professionisti, Amministrazioni, Università ed Istituti di Ricerca con la creazione di uno specifico tavolo regionale di partenariato.

Questo tavolo potrebbe utilizzare anche strumenti innovativi quali la consultazione diretta online delle diverse rappresentanze istituzionali, economiche e sociali coinvolte.

 

 

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