1. Apertura del Convegno

 

Claudio Botti, Presidente Associazione Culturale “L’Alveare” di Rocca di Papa

 

 

Buongiorno e benvenuti al nostro convegno annuale.

Quest’anno siamo tornati a organizzare il convegno nell’ambiente  roccheggiano  che ha nome Prato Mancino, per riaffermare la vocazione dell’associazione L’Alveare: tutelare e promuovere lo sviluppo dei boschi di castagno in primo luogo a Rocca di Papa.

Ringraziamo, dunque, le Suore Apostole del Sacro Cuore per averci consentito di usufruire di questa sede, tanto bella quanto funzionale.

Oggi il mio primo pensiero va all’Europa. Di questi tempi l’ideale europeo è oggetto più di critiche che di elogi, ma io penso che al di là della congiuntura economica sfavorevole e delle complicazioni burocratiche che le vengono rimproverate, l’Unione Europea rimanga il faro principale per le nostre azioni.

Il motivo conduttore di questo convegno, come avrete già capito dal titolo, è l’innovazione. Innovazione dei processi, innovazione dei prodotti e anche innovazione nei consumi del legno di castagno. Ma soprattutto innovazione nei metodi di programmazione.  Nel varare la Programmazione Agricola Comunitaria del periodo 2014-2020, l’Unione Europea ha stabilito delle linee d’indirizzo, e dei metodi appunto, che devono essere ben conosciute e approfondite da chi opera sul territorio. Se noi, a livello locale, non entriamo nell’ottica giusta e non ci uniformiamo alle indicazioni europee, non potremo andare da nessuna parte.

Non è un caso se le Autorità europee hanno messo al primo posto l’innovazione. Se vogliamo rendere l’agricoltura, e quindi anche la castanicoltura, davvero moderna, efficace e competitiva, dobbiamo aggiornare le nostre conoscenze e i nostri modi di agire.  Gli obiettivi e le regole ai quali ci siamo attenuti finora,  oggi risultano sorpassati. L’Unione Europea ha fissato obiettivi migliorativi, economici e ambientali, e si è resa conto che per applicare sul campo quello che viene deciso e finanziato a livello centrale, gli strumenti tradizionali non sono più sufficienti.

E' per questo che oggi si parla di “Gruppi Operativi”. Saper interpretare e applicare correttamente questi due aspetti – l’innovazione e la nuova organizzazione basata sui Gruppi Operativi - porterà a curare, dare importanza, valorizzare e mi auguro ad amare veramente i nostri boschi.

Boschi che, specialmente nella  nostra zona, soffrono di un distacco quasi totale da parte degli operatori e dei cittadini, che li usano senza migliorarli  né valorizzarli.  Per noi questa non è una novità. L’Alveare ha da sempre puntato a migliorare le normative riguardanti le gestioni del suolo e del soprassuolo e ora punta a far applicare anche nei nostri castagneti tagli razionali, utili anche a ricavarne biomasse economicamente redditizie.  

L’efficace collaborazione già instaurata in passato con la Università della Tuscia, ha portato all’importante  risultato  che ad organizzare i lavori di questo convegno sia stato il professor Francesco Carbone, che tutti noi dei Castelli Romani stimiamo e ringraziamo per i preziosi consigli tecnici ed economici che ci  ha sempre dato. 

Con l’Università della Tuscia la collaborazione  proseguirà nei prossimi  anni, sempre con l’obiettivo di portare il legname dei Castelli Romani – ma anche e soprattutto chi lo produce e lo lavora - sui mercati nazionali e internazionali più redditizi.

Penso di aver già parlato fin troppo  e lascio il microfono al Presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini,  e al Sindaco di Rocca di Papa, che vogliono porgerci il loro saluto.

Il convegno sarà poi diretto dal Professore emerito Sanzio Baldini, che ci onora con la sua presenza e che ossequio con sentita gratitudine.

Auguro a tutti voi buon convegno!

 

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