Sintesi del Convegno sul legno di castagno del 7 novembre 2015

 

 

Innovare la castanicoltura. Per l’uomo, l’ambiente e per l’economia.

Innovazione dei processi, dei prodotti e dei consumi nella programmazione 2014 - 2020

 7 novembre 2015 ,  Centro Internazionale di Spiritualità Sacro Cuore di Gesù

Rocca di Papa

 

 

Anche di questo Convegno usciranno gli Atti (molto utili per gli operatori forestali dei Castelli Romani),  ma nell’attesa forniamo agli interessati una breve sintesi dei suoi contenuti.

 

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 L’appuntamento  2015  con il Convegno sul castagno che l’Alveare organizza annualmente a Rocca di Papa,  è stato impostato sull’Innovazione.

     Il Presidente de L’Alveare Claudio Botti, aprendo l’incontro, ne ha  spiegato il motivo: l’Unione Europea, nel varare la Programmazione Agricola Comunitaria del periodo 2014-2020,  ha indicato tra gli obiettivi primari l’innovazione, quale mezzo utilissimo sia per portare aggiornamenti a quanto si sta ancora attuando -- secondo metodi e regole  già sorpassate -- sia per rendere sempre più  efficiente e competitiva l’agricoltura del prossimo futuro.  

     Botti ha subito richiamato anche l’attenzione dei convenuti sullo strumento dei Gruppi Operativi, che l’U.E.  ha creato quale organo di lavoro obbligatorio per accedere a molti dei finanziamenti erogabili nei prossimi anni.  “Saper interpretare e applicare correttamente questi due aspetti - ha detto Botti - porterà a curare, dare importanza, valorizzare e mi auguro ad amare veramente i nostri boschi che, specialmente nella  nostra zona, soffrono di un distacco quasi totale da parte degli operatori e dei cittadini, che li usano senza migliorarli  né valorizzarli”. 

  L’Alveare ha sempre puntato a migliorare le normative riguardanti le gestioni del suolo e del soprassuolo ed ora punta a far applicare tagli razionali utili anche a ricavarne biomasse economicamente redditizie.  La efficace collaborazione già instaurata con la Università della Tuscia proseguirà negli anni, nell’obiettivo confermato di portare il legname dei Castelli Romani -- e chi lo produce e lavora -- su mercati nazionali e internazionali più redditizi.  

    Damiano Pucci, Presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Monti Prenestini ed anche Sindaco di Rocca Priora,  e dopo di lui Pasquale Boccia Sindaco di Rocca di Papa, hanno salutato  i convenuti e ringraziato l’Alveare, dettagliando  quanto già  è stato fatto negli anni dalle istituzioni che rappresentano, rinnovando l’impegno  dei loro Enti, auspicando che la filiera goda di partecipazione, collaborazioni e risorse.  Boccia si è soffermato sulla proprietà forestale comunale (circa 1500 ha di boschi misti con prevalenza di cedui di castagno) ricordandone la storia, l’apporto migliorativo di Claudio Botti (in passato assessore), sino ai contenuti del recente Piano di Gestione e di Assestamento Forestale (voluto dal Comune di Rocca di Papa e finanziato dalla Regione Lazio), utilissimo tra l’altro dal punto di vista educativo per le scolaresche e formativo per gli operatori.

   

     Per condurre i lavori del convegno era  stato  chiesto al prof. Sanzio Baldini (foto a lato) di assumere il ruolo di moderatore.  Egli infatti, come  formatore di operai e imprenditori  boschivi, come cattedratico in sedi varie tra cui l’Università di Viterbo, come direttore di enti e laboratori specifici per lo studio del legno,  ha accumulato una ricchissima e diversificata esperienza nel settore forestale --  e in particolare castanicolo, -- ed ora, seppure in pensione, presiede l’Unione Nazionale per l’Innovazione Scientifica e Forestale.

 

     I lavori tecnici sono stati aperti da Gianluigi Davide Fiore, della Regione Lazio, che  ha specificato alcuni aspetti determinanti:  i tempi necessari alla istruttoria regionale di approvazione del Piano forestale di Rocca di Papa sono di circa 18 mesi;  molti sono ancora i Comuni che non hanno un Piano, documento indispensabile per accedere ai finanziamenti comunitari; tali Comuni potranno ricevere finanziamenti solo per alcuni tipi di interventi boschivi e solo operando in cooperazione con altri.  Alla Regione competono i controlli e le approvazioni dei Piani, ma sinora è mancata la necessaria collaborazione da parte dei Comuni laziali per stilare proposte e azioni accettabili, poiché molti di essi cercano tuttora di programmare in autonomia.    

     Paolo Rigoni e Pierluigi Molducci, collaboratori dello Studio Verde Silva di Bologna che ha stilato il Piano di Gestione e di Assestamento Forestale del Comune di Rocca di Papa, ne hanno illustrato metodo, contenuti e indirizzi.  I Redattori si sono dapprima relazionati alla cittadinanza, poi alla realtà boschiva, rilevando ogni aspetto tecnico e gestionale, ed evidenziando sia le problematiche sia le soluzioni. Hanno poi  inserito  tra i punti significativi  il rispetto delle tradizioni, l’acquisizione della  certificazione dei legnami, il miglioramento della viabilità e delle aree di sosta -- con rispetto dei valori anche archeologici del territorio -- il recupero e il miglioramento dei castagneti da frutto, la realizzazione di centrali per l’utilizzo delle biomasse ed altro. Per ognuno di questi aspetti hanno definito proposte di interventi applicativi, proponendo ai presenti dati, tempi, costi,  con molte diapositive analitiche e documentatissime.

     L’Università della Tuscia è intervenuta con tre relazioni di docenti del Dipartimento per l’Innovazione dei Sistemi biologici, Agro-alimentari e Forestali. Luigi Portoghesi che insegna Pianificazione forestale, ha evidenziato che l’utilizzo delle biomasse di castagno contribuisce a sostenere i costi di produzione. La resa economica di un ceduo può aumentare allungando i turni, ma anche effettuando più diradamenti durante il turno medesimo, perché  migliorano nettamente la qualità del legno che se ne ricava (travi, paleria). Le “tavole alsiometriche” in uso in Italia non esprimono  correttamente la produttività potenziale di una area,  che può invece essere ben definita da apposite tavole -- già redatte e in uso in Francia, ad esempio -- che meriterebbero di essere formulate anche per i Castelli.

     In collaborazione con l’Università viterbese, il Parco dei Castelli ha due ricerche in corso a Rocca Priora su 10 ha di sua proprietà (Monte Ceraso): una riguarda un ceduo gestito in modo sostenibile, con turno allungato  in cui saranno lasciate più matricine; l’altra  riguarda uno studio naturalistico (animali e vegetali rappresentativi di specie protette e non; loro variazione nei tempi di gestione del ceduo ed altro) i cui risultati saranno resi disponibili via web alla cittadinanza. Ne hanno riferito i funzionari del Parco Alessandra Pacini (ufficio Tutela Ambientale ) e Antonio Fegatelli (area Agro Silvo Pastorale).

     Manuela Romagnoli (forestale dell’ UniTuscia) ha aggiornato i presenti circa le innovazioni trasferibili relative ai collaudi su legname “tondo”, alla classificazione a macchina,  al lamellare per uso strutturale, temi sui quali in altri convegni aveva esposto lo stato di avanzamento delle ricerche. Migliorare la qualità del legno, certificarlo e valorizzarlo porta a maggior reddito. Lo stesso risultato si ottiene trovando prodotti innovativi in base alla loro destinazione d’uso; così è stato con introduzione da parte dell’Italia in ambito europeo dell’uso del legno massiccio (certificabile UE), così fa la ricerca di prodotti compositi (es. lamellare per uso strutturale). Di ogni aspetto la prof.sa Romagnoli ha evidenziato gli affinamenti in corso, le criticità e le prospettive.

   

 

 

 

 

 

 

 

Francesco Carbone (economista della UniTuscia), ha richiamato l’attenzione sul fatto che anche in castanicoltura, oltre al concetto di sviluppo strettamente economico (perseguibile nei miglioramenti quantitativo e qualitativo della merce), va considerato il concetto di consumo responsabile,  che è proprio soprattutto dell’ acquirente. Il discorso sulla sostenibilità genera gradi di responsabilità, sia del produttore che del consumatore. I desideri di chi compra sono oggetto di indagini di mercato che inducono a produrre in un modo anziché in un altro e a certificare il percorso di sostenibilità seguito. Spingere solo a consumare di più e a minor prezzo “non fa più mercato” perché chi compra porta con se valori morali ed etici che desidera siano rispettati anche da chi produce e vende. Tali valori purtroppo non producono reddito e con essi chi produce deve confrontarsi: essendo fattori culturali, deve informarsi (sui fattori di “sostenibilità”, marchi ecc). Ma in ciò la castanicoltura è generalmente ferma all’antico. Sarà perciò utile costituire una rete territoriale informativa che indichi ai progettisti e agli appaltatori pubblici quali e quanti valori etici persistono tuttora nel castagno, come certificarli, quali prezzari usare, ecc.

     Patrizio Zucca, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, ha parlato degli elementi innovativi per l’esercizio della funzione del professionista forestale.  La professione fa vivere nella natura e può essere svolta solo da chi la ama. Ma l’uso di nuove tecnologie e il proliferare delle normative ne hanno reso talora problematico l’esercizio. Alla legge 152 del febbraio 92, che riordinava le figure professionali  distinguendo tre competenze specifiche, sono seguite applicazioni di parte, la cui interpretazione è stata persino oggetto di sentenza dalla Corte costituzionale. Inoltre non c’è accesso a tanti dati pubblici; alcune burocrazie sono invalicabili. Su questi aspetti Zucca ha fornito informazioni e aggiornamenti importanti (ad esempio circa la figura del direttore dei lavori).

     Patrizia Di Fazio  (foto a lato, direttrice del Gruppo di Azione Locale nella C. Montana Castelli Romani e Monti Prenestini), ha spiegato come i GAL,  disponendo di fondi europei specificamente destinati agli operatori territoriali, sono stati  per anni attivatori delle iniziative sostenute dai PSR regionali per i boschi, a vantaggio anche degli utenti non operatori diretti (con azioni informative e culturali).  I Gruppi Operativi previsti dall’UE aprono la via per conseguire risultati di filiera migliorativi e fruibili ai più, richiamando in tal modo anche il turismo nell’ area.  Ciò è favorito dalla apertura alla cooperazione in corso con tutti gli enti e operatori locali (Alveare e non solo).

     Stefano Cupellini ha riferito sulle funzioni  svolte dallo Sportello Forestale della Comunità Montana dei Castelli Romani e Monti Prenestini, in cui opera con due colleghi. L’attività dello Sportello è molteplice e varia, spaziando dall’esame critico dei dati sulle superfici boscate  e produzioni legnose alla promozione di eventi a livello informativo e formativo,  alla  partecipazione ad incontri tecnici e  discussioni di progettazioni, sino al sostegno alla costituzione di una associazione  di proprietari privati  (con proprietà totale di circa 1000 ha).  Cuppellini  Intravede buone possibilità di utilizzo di fondi del PSR per lo sviluppo del biologico nel castagno, e per l’ utilizzo da parte dei Comuni di materiale legnoso locale. Sono auspicabili sia l’ alleggerimento burocratico delle pratiche sia un aggiornamento tecnico ed organizzativo delle aziende (la cui meccanizzazione è generalmente scarsa).

     Alberto Manzo, coordinatore dei  due tavoli di filiera nazionali che nel Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali si occupano del castagno da legno e da frutto, ha riferito dei molti risultati conseguiti sul legno. Particolarmente importante è stata la revisione della Legge 227/2001“Urbani” (che limita eccessivamente l’attuazione delle opere boschive),  le  cui modifiche sono state comprese dai funzionari del Ministero dei Beni culturali dopo opportune spiegazioni di che cosa è la corretta gestione forestale (che l’Italia insegnò ad altri). Ritardi e incomprensioni, purtroppo difficili da risolvere, sono causate non solo da procedure burocratiche e politiche, ma purtroppo dalla disinformazione interna a varie Direzioni di alcuni Ministeri  che, però, hanno la facoltà di emettere normative contrastanti ed avverse.  Molto positivi sono stati invece i risultati quanto al sughero, al pioppo, al cinipide e a molto altro: temi di cui, tuttavia, non c’è gran risonanza nei media.

     Luigi Vezzalini (coordinatore tecnico della Associazione Nazionale Città del Castagno, nata nel 1999 tra  Comuni castanicoli), ha descritto le esperienze nazionali ed europee di network del castagno,  che vanno dagli interventi in bosco alla promozione e valorizzazione dei prodotti, sino alle revisioni di  normative. Il  Mipaaf ha affidato a questa associazione un ruolo importantissimo nella lotta al cinipide.

Vezzalini ha dato notizia che il recente concorso nazionale indetto dall’associazione sui dolci a base di castagno, è stato vinto proprio da Claudio Botti (nel cui ristorante La Longarina ha sede L’Alveare).  E  con ciò ha dato a Botti la targa di riconoscimento, tra vivi applausi e complimenti dei presenti.    

La cultura del castagno è ben diffusa in Europa  (il plurimillenario “Castagno dei 100 cavalli” di Sicilia è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità),  come hanno mostrano varie diapositive proiettate. Le problematiche estere e le soluzioni coincidono spesso con quelle italiane e, nella UE, i tanti operatori  hanno formato reti informative e organizzano  convegni  internazionali.  

    

     E’ seguito il Dibattito, con apporti e suggerimenti  da parte di operatori  e giornalisti dei Castelli Romani (Tacchi, Bartoli, Vinci)   ma anche di  un castanicoltore e commerciante  salernitano di Roccadaspide (Pasquale Nisi). Nella foto a sinistra la signora Luciana Vinci.

     A chiusura dei lavori e del Convegno,  Sanzio Baldini ha espresso il suo disappunto per essersi sentito obbligato a  svolgere, in quanto moderatore, le funzioni di ragioniere che conta i minuti per recuperare il tempo perduto all’inizio del Convegno:  conosce il malincuore che un  relatore prova se, dopo aver lavorato e organizzato un’esposizione, deve rendere telegrafica una relazione che invece meriterebbe da sola un seminario. I ritardi di tempo “all’italiana” sono rinomati.  Nonostante questo, il Convegno ha  mostrato chiaramente l’importanza degli argomenti affrontati, la centralità e coerenza dei  lavori in corso all’Università della Tuscia e la grande validità potenziale delle  proposte date agli operatori, oltre alla lungimiranza di alcune associazioni quali l’Alveare e la Città del Castagno. La sinergia tra gli operatori  è ormai obbligatoria.  Con energica vitalità, il prof. Baldini ha raccomandato e augurato lavori proficui a ogni intervenuto.

 

 

  RINGRAZIAMENTI


     Durante la mattinata, caffè e spuntini sono stati offerti da più ditte di Rocca di Papa:

 

·         l’impresa “Caffè Basili” di Andrea Basili

·         il Bar Centrale “Mimmo” dei fratelli Sampognaro

·         il Biscottiere “Sognatesori” di Fiammetta

·         il forno di Valentina e Maurizio in via Duomo

·         l’antico forno degli eredi di “Agnese ‘e Rosarella”

·         il panificio Puleo

·         l’antico forno Pierluigi sul Corso

·         il forno “Baffetto” di Sabatini

 

Una Mostra  di prodotti  artigianali e vecchi utensili  è stata allestita da Paolo Cuculi e Piero Mancini insieme a Gigi di Nemi dell'associazione "Alle porte del tempo" (nella foto a lato); opere artistiche, inoltre, in legno di castagno, di Silvio Gatta.

Sono state esposte antiche immagini fotografiche di Rocca di Papa a cura di Angelo La Banca.

Nel ristorante La Longarina (Rocca di Papa via del Colli) un ricco menù a base di castagne ha -- coerentemente e doverosamente , si direbbe --  chiuso la giornata dedicata al Castagno.