Dal balcone dalla mia finestra questa volta guardo lontano

(Ken Saro-Wiwa)
L'enciclica "Laudato sì" di Papa Francesco e un eroe africano
La lettura della recente enciclica Laudatu si di Papa Francesco ha suscitato in me molte riflessioni. Alcune in particolare - il ringraziamento a chi lotta per la salute del pianeta e il ripetuto accenno agli umili della terra, i più indifesi che si ammalano e muoiono a causa dell'inquinamento operato spesso dalle multinazionali, volte solo al proprio profitto- mi hanno prepotentemente riportato alla mente la figura dello scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa ( 1941 – 1995 ), uomo che senza ombra di retorica può essere considerato un vero eroe del nostro tempo: assassinato nel 1995 dal governo nigeriano per la sua battaglia contro la multinazionale anglo-olandese Schell che allora stava distruggendo completamente l'ecosistema del fiume Niger. Allo stato attuale totalmente compromesso dall'inquinamento del petrolio- circa 5200 sono i pozzi attivi- nella quasi totale assenza dell'informazione mondiale. La fuliggine che in tanti anni è ricaduta dai pozzi sul terreno lo ha privato della fertilità, mentre le acque del grande fiume Niger sono ormai diventate un immenso acquitrinio di acqua e petrolio.
Le perforazioni nel territorio del delta del Niger, abitato in prevalenza dall'etnia Ogoni a cui apparteneva Ken Saro–Wiwa, era iniziato nel 1958 ad opera della Schell e di altre compagnie petrolifere, quando la Nigeria era ancora sotto il dominio inglese e poi sono continuate senza sosta anche sotto i vari governi che in Nigeria si sono succeduti. I campi sono stati devastati, le acque hanno perduto la loro pescosità. Inutili tutte le lotte sostenute dai contadini e dai pescatori, di cui lo scrittore nigeriano si è fatto portavoce. Le proteste sono state sempre soffocate nel sangue.
Nel 1980 Ken Saro-Wiwa fonda il movimento non violento Mosop ( Moviment for the survival of the Ogoni people ) proseguendo contemporaneamente la sua opera di scrittore poliedrico quale è stato: poeta, drammaturgo, romanziere, autore radiofonico e televisivo. I personaggi delle sue opere sono quasi sempre poveri diavoli le cui magliette scolorite sono formate più da buchi che da stoffa, ingenui bricconi dei villaggi, candidi cantastorie analfabeti, mendicanti, donne che lavorano la terra, camionisti che si fanno incantare da chi parla il fine english, personaggi che pur nella durezza della vita non rinunciano a sorridere e a sognare. La denuncia è spesso accompagnata dell'umorismo, la tragedia dalla favola.
Del 1992 è la pubblicazione di Genocidie in Nigeria: the Ogoni tragedy a cui segue la presentazione al governo del documento politico Ogoni bill of rights in cui si chiede l'autonomia regionale ed un parziale controllo delle risorse naturali del territorio. La Schell risponde fornendo armi alla polizia per la protezione dei propri impianti e chiede al governo di impedire l'attività del Mosop. Contemporaneamente, l'esercito nigeriano stermina oltre 1500 persone per consentire alla Schell di continuare le trivellazioni nel territorio degli Ogoni.
Negli ultimi due anni della sua vita Ken Saro-Wiwa abbandona la scrittura creativa per dedicarsi interamente alla causa degli Ogoni ed al movimento Mosop, ma nel suo ultimo volume A Month and a Day: a Detention Diary inserisce le poesie composte in carcere e soprattutto un'immagine nuova usata come leitmotif nella parte conclusiva del libro, è l'immagine della maschera africana usata per indicare la condizione dello stato nigeriano dopo l'indipendenza i cui movimenti sono controllati dalle potenze internazionali, mentre lui si prefigge il compito di togliere la maschera a chi l'indossa.
Nel 1995 Ken Saro-Wiwa, che ha appena ricevuto la nomina a Nobel alternativo per la Pace, viene arrestato insieme ad altri otto dirigenti del Mosop e dopo un processo, che tutti i commentatori stranieri hanno definito una farsa, viene impiccato insieme ai suoi compagni, nonostante una forte campagna di solidarietà promossa dagli intellettuali di tutto il mondo.
Queste sono alcune delle parole che Ken Saro-Wiwa pronunciò al processo che lo vedeva imputato e che viene considerato il suo testamento spirituale:
Signor Presidente, tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive in una terra molto generosa di risorse, provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta per ottenere che il mio popolo riconquisti il diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali ad una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito.
[…] né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale. Non siamo sotto processo solo io e i miei compagni. Qui è sotto processo la Schell, ma questa compagnia non è oggi sul banco degli imputati. Verrà certamente quel giorno e le lezioni che emergono da questo processo potranno essere usate come prove contro di essa, perché io vi dico senza alcun dubbio che la guerra che la compagnia ha scatenato contro l'ecosistema della regione del delta sarà prima o poi giudicata[...].
Di tutta l'innumerevole opera di Ken Saro-Wiwa ( oltre 26 libri di vario genere, fra cui un libro per bambini e la raccolta di fiabe tradizionali della popolazione ogoni ) solo due sono stati tradotti in italiano: Foresta di fiori ( Ed. Socrates , 2004) e Sozaboy ( Baldini Castoldi, 2005).
Pur se poco conosciuto dal grande pubblico italiano, la sua opera, il suo sacrificio , lucidamente consapevole, non sono stati dimenticati: lo scrittore Roberto Saviano ne ha parlato a lungo in una trasmissione televisiva della serie Che tempo che fa, trasmissione che aveva per tema le figure degli scrittori e dei giornalisti che in anni recenti hanno perso la vita in nome della verità. La Band noise rock italiana Il teatro degli orrori gli ha dedicato il suo secondo album A sangue freddo e i suoi libri in italiano sono stati ristampati più volte.
Libri di cui scriverò la prossima volta per chi avrà voglia di leggermi.
Maria Pia Santangeli