La passione di Giorgio Grassi e i nostri scolari delle elementari

 

Già nell’anno scolastico 2013-14 avevo parlato di castagno e di patriarchi arborei ad alcune classi dei plessi scolastici Colle delle fate e Centro urbano; avevo detto che il mio nome “”Giorgio” deriva dal greco e significa “agricoltore” e io mi sentivo un “agricoltore innamorato del castagno” . Perciò è stato un gran piacere per me, vedermi riconosciuto e accolto con un “ciao Giorgio del castagno”, in una terza elementare: si ricordavano infatti sia di me che di molte cose che avevo detto loro.

Le classi sono tutte miste. A seconda del grado della classe (prima, seconda … quinta) dicevo cose più o meno facili da percepire e capire, e la partecipazione dei bimbi era via via diversa: dalle loro esperienze di percezione diretta (colore dei frutti, odore dei fiori ecc.), siamo saliti sino alla necessità che nelle piante madri, per produrre castagne, i fiori devono essere impollinati, e nelle quinte la fecondazione era stata già insegnata parzialmente dagli insegnanti. Evidentissima è la differente maggior maturità di comportamenti e di interessi che hanno i giovani delle quinte elementari.

In generale però il castagno sembra poco conosciuto: sono relativamente pochi i bambini che hanno esperienze dirette in famiglia (nonni falegnami, genitori boscaioli, malattia delle piante dovuta al cinipide). Confrontando le varie classi (a parità di età dei bambini) era evidente che il loro grado di interesse e la diversa preparazione all’argomento castagno derivavano dal tipo di lavoro preparatorio fatto in precedenza dagli insegnanti. Diverse infatti erano le domande che mi facevano, le risposte che davano ai miei “chi sa dirmi…. ?”. Molto positivo il rapporto che notavo in alcune classi tra bimbi e insegnanti, di condivisione di interessi e di curiosità, che li apriva a farmi domande anche acute (es: come si combatte il cinipide?). I bambini provenienti dall’estero erano non pochi (in una seconda del Centro storico poco meno della metà degli alunni); avevo castagne secche fatte in Albania e le ho date prioritariamente a bimbe albanesi: che effetto vederle felici e stupite!!!

Mi è sembrato che le classi con più stranieri fossero non solo più educate (bimbi composti, silenziosi con alzate di mani) ma anche più attenti e riflessivi. Alcune classi hanno accettato subito con grande entusiasmo la proposta dell’Alveare di fare elaborati scolastici di vario genere: disegni, scritti (poesie, racconti, fiabe ecc), forme con materiali plastici, altro, per esporli nei convegni annuali che l’Alveare fa. Altre sono state più fredde. In generale, tutte si aspettano che L’Alveare torni a fare queste chiacchierate nel prossimo anno. Gianni (Gianni Chiarelli che ha avuto funzioni di assistente nei seminari), ha parlato di clima, meteorologia, stimolando tra l’altro a capire il significato di alcuni termini tecnici.

 

Giorgio.