Il resoconto sintetico del convegno sul legno di castagno dell'8 novembre al Centro Internazionale dei Focolari di Rocca di Papa

 

Sabato, 8 novembre 2014, al Centro Internazionale dei Focolari di Rocca di Papa, si è svolto il Convegno sul legno di castagno, fortemente voluto dall'Alveare, dal titolo:

 

Il legno di castagno per costruire il futuro:

dai Castelli Romani all’Europa

 

Architettura e design, un materiale antico per prodotti innovativi, sostenibili

e a chilometri zero

 

Fra qualche giorno pubblicheremo gli Atti del Convegno, con i contenuti delle relazioni degli esperti affinché quanti sono interessati alle problematiche trattate possano usufruirne pienamente.  In questa pagina facciamo un breve resoconto dei lavori, pensando che sia utile a quanti vi hanno assistito, per riordinare un po' le idee; e, soprattutto, a quelli che non hanno potuto partecipare.

Di seguito presentiamo:

  • Ambito del Convegno
  • Chi ha parlato, fornito relazioni o documenti
  • Sintesi dei lavori svolti
  • Materiale distribuito al pubblico
  • Materiale artigianale ed artistico esposto

 

Ambito del Convegno

L’Associazione  “L’Alveare - amici del castagno di Rocca di Papa”  incentra dal 2010 la sua attività sulla castanicoltura, e lo statuto del 2012 pone tra gli obiettivi primari il  promuovere la salvaguardia e lo sviluppo del sistema agroforestale di Rocca di Papa, con particolare riguardo ai castagneti di proprietà comunale.   L'attività dell'Alveare si svolge nel Comune di Rocca di Papa che è proprietario di oltre 1500 ettari di castagneti in cui si pratica soprattutto la castanicoltura da legno, che a sua volta parte del territorio del Parco Regionale dei Castelli Romani di cui uno degli elementi tipicizzanti è rappresentato dalla superficie investita a castagno (circa 90% del territorio), nonché rientra nel più ampio complesso dei Castelli Romani e Monti Prenestini in cui il castagno costituisce risorsa tradizionale e importantissima. Questo ambiente, così come le sue produzioni, siano esse legname o frutti, sono prodotti a Km 0 per i cittadini di Roma. Il legno di castagno, in particolare, in passato ha avuto largo impiego nell'urbanizzazione di Roma in quanto storicamente considerato di ottima qualità (Si veda  Botti C.:  "Associazione L’Alveare, Amici delCastagno di Rocca di Papa,  scheda riassuntiva”  e Botti C.:  “Il legno di castagno, la nostra risorsa principale”).

 

 

Quanto ora detto ha caratterizzato significativamente l’attività dell’Alveare, la quale:

- ha potuto contare sulla collaborazione  dell’Università della Tuscia di Viterbo che gli ha assicurato un sostegno scientifico e qualificato alle diverse iniziative, favorendo la partecipazione di esperti di varie discipline, un supporto tecnico-scientifico nel dialogo con le istituzioni, lo sviluppo di progetti di valorizzazione del legno di castagno con la partecipazione di imprese ed istituzioni locali attualmente in corso di valutazione per il finanziamento;

-- ha acquisito uno spessore regionale per cui le iniziative intraprese hanno avuto risonanza in tutto il Lazio ed anche al suo esterno. Il sito riporta infatti dati applicativi, tecnici e scientifici utili a molti;

L’Alveare, dal momento della sua costituzione, con cadenza annuale, ha organizzato convegni che pur avendo i castagneti come fulcro, hanno sviluppato profili diversi: nel 2012 ha approfondito la sua multifunzionalità "Il Castagno: da Legno? Da frutto? Che altro?"; nel 2013 con il convegno "Biomasse e territorio: valorizzazione e sostenibilità"  vennero evidenziate le opportunità esistenti localmente dall'uso delle biomasse forestali di castagno allorché si attuassero moduli colturali adeguati ed articolati; per giungere al 2014 con "Il legno di castagno per costruire il futuro. Dai Castelli Romani all’Europa" in cui si è inteso evidenziare le potenzialità d'impiego del legno di castagno qualora si creassero opportune sinergie e partenariati.

Di volta in volta è ospitato da Istituzioni varie: quest’anno il Movimento dei Focolari ha dato il benvenuto con E. Pace, la sua Responsabile EcoOne, citando le parole di Chiara Lubich che vedono natura, ambiente, esseri umani tutti collegati in rapporto d’amore, reciproco dono da rispettare.

 

Chi ha parlato, fornito relazioni o documenti

Ecco l'elenco delle personalità intervenute con relazioni tecnico-scientifiche, per testimoniare la presenza fattiva delle istituzioni territoriali, per condividere le proprie esperienze professionali, o portando i saluti ai presenti da parte di Enti e Istituzioni.

In ordine d'intervento:

Claudio Botti           Presidente dell’Associazione L’Alveare – Amici del  Castagno di Rocca di Papa

Elena  Pace                  Movimento dei Focolari, Responsabile interregionale EcoOne

Pasquale Boccia         Sindaco di Rocca di Papa

Sandro Caracci           Commissario del Parco Regionale dei Castelli Romani

Giuseppe De Righi    Presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Monti Prenestini

Francesco Carbone   Convener del convegno Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, DIBAF

Giorgio  Grassi           Moderatore     (già Direttore CRA-FCE)

Felice Ragazzo         Università degli Studi di Roma, “La sapienza”

Manuela Romagnoli  Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, DAFNE

Luigi Portoghesi         Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, DIBAF

Gianluigi D. Fiore      Regione Lazio, Direzione Area Sistemi Naturali

Antonio Fegatelli       Parco Regionale dei Castelli Romani, Servizio Agro Silvo Pastorale

Leandro Dominicis    XI Comunità Montana, Sportello Forestale

Gian Pietro Cantiani  XI Comunità Montana, Sportello Forestale

Stefano Cupellini       XI Comunità Montana, Sportello Forestale

Dino Tecchio              T.C. Segheria di Tamiozzo C & C.  (Vicenza)

Alberto Alma              Università degli Studi di Torino, DISAFA, Entomologia Generale e Applicata

Alberto Manzo            MiPAAF, Dipart.Polit. Compet. Qualità Agroalim.Ipp.Pesca, Segreteria Tecnica

Piero Valeri                 ASPAL (Associazione dei Produttori Agricoli del Lazio)

Ersilia Maffeo             Regione Lazio, Direzione Area Sistemi Naturali

 

(galleria di immagini della manifestazione)

 

 

Sintesi dei lavori svolti

Il Convegno è stato specificamente dedicato all’utilizzo del legno del castagno nell’edilizia, nell'architettura e nel design.  Con l’occasione, come nei convegni precedenti,  sono stati dati  preziosi aggiornamenti  sul cinipide e sull’ attualità e problematiche della castanicoltura italiana e locale.

In sintesi, il convegno ha fornito risposte ai seguenti quesiti:

 

1)  Come valorizzare culturalmente la  risorsa "Castagno"?

-- Vi è innanzitutto un problema culturale!! Occorre che nelle scuole, nelle pubbliche amministrazioni (dai Comuni alle Regioni) si “riscopra” la castanicoltura nei suoi portanti utilizzi territoriali, si torni a conoscerlo negli aspetti culturali , occorre  rendersi conto di quanto è “multifunzionale”; la multifunzionalità del castagno (che era stata trattata ampiamente nel convegno del 2012), è caratteristica specifica di questa specie,  attualissima, potenzialmente apre a soluzioni  non ancora applicate, va studiata con nuova attenzione. (Si veda Botti C.: “Apertura del convegno”;  e  Vezzalini L.: “Multifunzionalità del castagno” nel sito alla voce Convegno sul Castagno del 2012: Atti convegno 2012). Più complessa, ma non meno importante, è la comprensione del ruolo del castagno e la castanicoltura per l'ambiente, attraverso il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, alla salvaguardia del territorio, alla tutela della biodiversità.

2) Come valorizzare tecnicamente ed economicamente la risorsa "castagno"?

-- Il legno di castagno è stato in passato  e sarà risorsa economica importante per i Castelli come per altri territori laziali. Occorre rendersi conto di quali e quanti utilizzi pregevoli  può costituire  materiale, nell’arredo architettonico e nell’ingegneria civile (lo era nelle antiche capriate delle basiliche cristiane, lo è nell’attualità, lo sarà sempre più nel futuro design industriale).  Si è già aperto un nuovo scenario di utilizzi, ampio e redditizio, per i quali conviene approfondire conoscenze su più fronti. (Si veda  Ragazzo F.: “Celebri archetipi, nuove architetture: castagno sempre bene, ma…” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

-- L’impiego delle travi per uso strutturale è favorito dalle caratteristiche di resistenza e durabilità del legno, che lo pongono in valida concorrenza con le conifere. Le normative UNI e EN lo classificano infatti come idoneo; al momento tuttavia, per ottenere la marcatura CE deve essere lavorato a spigolo vivo (e non arrotondato a “uso Fiume” come si usa in Italia). Su questi aspetti e sull’applicabilità dei vari tipi di certificazione (normative,materiali ecc), ha risposto a varie domande la prof.ssa Romagnoli. (Si veda Romagnoli M.: “L’impiego strutturale del legno di castagno: solo storia o una prossima realtà?” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

-- Per ottenere un buon prodotto legnoso occorre partire da una buona gestione dei cedui di castagno. Ricerche pluriennali condotte in Università di Viterbo sui cedui (quanto a lunghezza dei turni, regime dei diradamenti, matricinature) evidenziano che, a fronte dei nuovi modelli colturali messi a punto negli ultimi trenta anni, mancano tavole alsiometriche aggiornate (importantissimo strumento operativo), che tengano conto anche delle diverse fertilità dei suoli. Uno studio in corso nei Monti Cimini può costituire un valido inizio di soluzioni applicabili al Lazio. (Si veda Portoghesi L.: “Per un buon prodotto occorre partire da una buona gestione…..” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

 -- La congiuntura economica attuale e la globalizzazione dei mercati  stanno penalizzando chi opera col legno di castagno. Importante aiuto può essere attinto dalla “bioeconomia”  (ancora  sconosciuta a troppi proprietari forestali). Questa è una strategia internazionale (fatta propria dall’UE nel documento Europa 2020) che mira a incentivare le produzioni biologiche e i processi produttivi a basso impatto ambientale, foreste innanzitutto. Il produrre legno di castagno vicino a Roma rappresenta un valore aggiunto (ad es. da far riconoscere per le ristrutturazioni degli edifici storici), purché si giunga ad effettuare le giuste certificazioni e la necessaria informazione estetico qualitativa. Ma è necessario agire sinergicamente per innovare e qualificare i prodotti e i processi di produzione. (Si veda Carbone F.: “Il ruolo del legno di castagno  nella bioeconomia” scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

-- Il ruolo delle Amministrazioni  pubbliche è  determinante, dato il vasto insieme di compiti  istituzionali che devono svolgere nel settore forestale, ambientale, imprenditoriale,   intervenendo così quasi in ogni fase dell’operare degli imprenditori.  Le autorizzazioni ai tagli sono soggette a eccessiva burocrazia, per cui sia i rappresentanti degli enti pubblici, sia gli operatori, auspicano uno sportello unico.  Il Parco Regionale dei Castelli Romani appoggerebbe la costituzione di centri che utilizzino biomassa e frutti, favorendo la produzione di materie prime certificate, prodotte nell’Area Naturale Protetta,  e pubblicizzandole. La Comunità Montana dei Castelli e Monti Prenestini propone semplificazioni della normativa vigente, e assicura un miglior supporto tecnico a tutti i Comuni  del territorio avendo  portato da uno a tre i tecnici del suo Sportello Forestale. In  Regione Lazio i tecnici sono disponibili a colloqui e chiarimenti su finanziamenti e procedure.  La necessità di agire d’ insieme è stata ribadita da tutte le personalità pubbliche intervenute al convegno. (Si veda Fegatelli A.: La sfida economico-ambientale dei cedui castanili nel Parco dei Castelli Romani”). (Si veda Dominicis L. at alii: “Un ponte tra passato e futuro della gestione forestale locale!” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

-- Il ruolo degli imprenditori è ovviamente quello decisivo, non solo necessario e importante. Gli organizzatori del convegno, basandosi sulle pluriennali esperienze acquisite nei  Castelli Romani, che confermavano la  incapacità  degli operatori locali ad aggregarsi in azioni comuni, a coprogrammare per attingere ai fondi  comunitari, hanno invitato un imprenditore veneto a riferire della sua esperienza  positiva  di evoluzione imprenditoriale, generata da due coraggiose esperienze di cambiamento di pensiero (di mentalità operativa): a) passare dall’imprenditore che opera singolarmente all’operare “in squadra”,  b) il legno di castagno, in quanto prodotto naturale, va considerato come appartenente al Settore Primario, e come tale va valorizzato e certificato. Nel 2008 con altri Operatori costituì l’ ATI “Valorizzazione della Filiera Forestale della montagna e della collina del Veneto Centrale”, poi riconosciuta come “Operatori del Settore Primario, ma solo per quanto riguarda i piani di Sviluppo Rurale”. Nel 2012, con un gruppo di operatori molto motivati, costituì il “Consorzio Legno Veneto” (castagno compreso), per impegnarsi ad utilizzare il legname locale e cercare un marchio depositato e ottenere finanziamenti pubblici.(Si veda Tecchio D.: “Una sintesi positiva: la complessa arte dell’imprenditore del legno per poter sopravvivere fra tradizioni, esperienza, imprenditoria, mercati, ambiente e contributi pubblici!” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).   

-- Stanti  le normative internazionali vigenti (UE ecc) e le globalizzazioni anche future,  l’iniziativa dei singoli non può assicurare le forze e le conoscenze oggi necessarie per  proteggere, incentivare, innovare e qualificare i prodotti e i processi di produzione del legno di castagno. Occorre “coinvolgere tutto il sistema produttivo nelle sue diverse componenti, all’interno di una strategia condivisa”. (Si veda Carbone F.: “Il ruolo del legno di castagno  nella bioeconomia” scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

-- I principali  finanziamenti pubblici  utilizzabili per intervenire e valorizzare la castanicoltura, provengono e proverranno  dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 (attualmente in fase di messa a punto).  Una  Misura riguarda gli Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste;   tra le Sottomisure  forestali   una interessa specificamente anche  la castanicoltura da legno. (Si veda Fiore L.: “…E le risorse? Rivolgersi al PSR 2014-2020!” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

 

3) La lotta al Cinipide a che punto è,  sui Castelli e nel resto d’Italia?

Il convegno dedicato al castagno, non poteva tralasciare di considerare il problema cinipide, ben noto come insetto tra i più dannosi al mondo per la castanicoltura. A fornire aggiornamenti e chiarimenti è intervenuto  il professor Alma (l’entomologo dell’Università di Torino noto in ambito italiano ed europeo quale scienziato che ha vinto il cinipide applicando la lotta biologica col Torymus). Egli ha riassunto, con grande esattezza storica e scientifica, l’arrivo in Italia del parassita,  il decorso delle infestazioni  in Europa e nel mondo, le ricerche già svolte e in corso, i quasi risolutivi risultati positivi emersi  dalla lotta biologica propagativa effettuata con i lanci del parassitoide Torymus mediante i Progetti nazionali Lobiocin e Bioinfocast finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il futuro di questa problematica. La esposizione anche fotografica dei cicli biologici del cinipide e del Torymus ha permesso che nel dibattito si chiarissero dubbi e terminologie scientifiche non certo usuali tra gli operatori di campo. (Si veda Alma A.: “Castagneti: belli si, ma quanto sono delicati!” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

 

4) Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, cosa ha fatto, fa e farà?

Dal 2010 il castagno è nelle attenzioni del MiPAAF  soprattutto per coordinare  Regioni,  Enti di ricerca, Associazioni castanicole, nella lotta al cinipide, che è stata finanziata con risultati ottimi. Ha anche stilato il Piano nazionale del Settore Castanicolo 2010-2013, documento base per conoscere le problematiche e le prospettive di soluzione, nel  complesso settore. Ora, in attuazione della Risoluzione della XIII Commissione agricoltura (Camera dei Deputati, 22/01/2014), è impegnato per emanare misure urgenti per la promozione e sviluppo competitivo della “frutta in guscio” con particolare riguardo alla tutela del patrimonio castanicolo nazionale. Ha inoltre emanato un Piano di azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (D.M. 22/01/2014), per migliorare ambiente, biodiversità  e salute dei consumatori.   (Si veda Manzo A.: “Ma il MiPAAF non è stato a guardare….” nell'Abstract delle Relazioni scaricabile in formato PDF più avanti nella pagina).

 

 

 

Materiale distribuito al pubblico

(Parte dei documenti può essere scaricata in formato PDF in fondo alla pagina)

 

Raccolta dei contributi degli Organizzatori:

Il legno del castagno, la nostra risorsa principale   Claudio Botti (Presidente dell’Alveare)

Il ruolo del legno di castagno nella bioeconomia   Francesco Carbone (Convener del Convegno, Univ. degli Studi della Tuscia)

Saluto del Movimento dei Focolari     Elena Pace (Responsabile interregionale Ecoone)

 

Raccolta dei contributi dei Relatori:

Abstract delle relazioni

 

Altro:

Resoconto sintetico delle tematiche affrontate durante il VI Congresso Nazionale del Castagno "Castanea2014”  svolto a Viterbo presso l’Univ. della Tuscia, dal 22 al 25 settembre 2014   Andrea Vannini e Stefano Gasbarra (Convener  del Congresso e coorganizzatore)

 

Fascicoli conoscitivi,  riguardanti  le attività del Parco dei Castelli Romani   Parco Reg. Castelli Romani


 

 


Materiale artigianale ed artistico esposto

 (link alla galleria di immagini)

 

Elaborati scolastici: contributi di alunni e studenti dell’Istituto Comprensivo Leonida Montanari di Rocca di Papa

Sculture in legno di Silvio Gatta (www.facebook.com/silvio.gatta.5)

Opere artigianali in legno di Paolo Cuculi e Piero Mancini